Si sente spesso parlare della vitamina D che sta assumendo sempre più importanza al punto che alcuni la considerano un vero e proprio ormone, per le funzioni che svolge nel prevenire patologie a carico del tessuto osseo ma anche per la correlazione con malattie croniche come diabete di tipo 1, psoriasi, artrite reumatoide ecc.
Alcuni studi hanno dimostrato che bassi livelli di vitamina D (25 idrossi-vitamina < 20 ng/ml o <50 nmol/l) in gravidanza sono associati a parto pretermine, basso peso alla nascita, patologie a carico dello scheletro del nascituro e un maggior rischio di malattie infettive. I recettori della vitamina D (VDRs) sono espressi sulla placenta e sono localizzati anche sui reni del feto, a livello dei quali avviene il processo di idrossilazione della vitamina D che la rende attiva (1,25(OH)2D3).
Una delle funzioni della vitamina liposolubile in questione è di regolare le concentrazioni di calcio e di fosforo ma sembra essere coinvolta anche in processi di sviluppo neuronale come dimostrato da alcuni studi condotti su animali e in vitro. Infatti è stato visto che le cellule nervose mitotiche, cioè che si moltiplicavano erano nettamente in numero maggiore nei ratti con adeguati livelli di vitamina D piuttosto che in coloro che ne erano carenti. I bassi livelli di vitamina D, nella sua forma attiva, sembrano inoltre influenzare l’attività apoptotica, cioè di morte programmata nel cervello dei ratti ma mostra gli effetti anche sul pathway di segnalazione della neurotrofina, sulla sintesi del fattore di crescita nervoso (NGF) ed ha effetto sul fattore neurotrofico delle cellule gliali e anche sull’espressione del recettore della neurotrofina p75. Il fattore NGF (scoperto da Rita Levi Montalcini nel 1948 e che le valse il premio Nobel) svolge la sua azione legandosi a due recettori: un recettore glicoproteico transmembrana, p75NTR, che lega le neurotrofine con eguale affinità, e un recettore ad attività tirosinchinasica, TrkA, che riconosce selettivamente l’NGF. A seguito del legame con il recettore, l’NGF è trasportato lungo gli assoni, prevalentemente attraverso il classico trasporto retrogrado, ossia che procede dalle terminazioni nervose verso il corpo cellulare.
Diversi esperimenti suggeriscono il ruolo preponderante della vitamina D nel sistema dopaminergico che è di notevole importanza in patologie come la schizofrenia, il morbo di Parkinson, depressione, autismo e alcune neoplasie.
Dott.ssa Vincenza Intini
Fonti
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC4942857/
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/27422502