La carne rossa, demonizzata, da qualche anno a questa parte, era in passato un alimento di largo consumo. Oggi dilagano notizie più disparate circa il suo effetto canceroso; L’OMS consiglia di non eccedere con le carni lavorate, i più estremisti consigliano di abolire ogni genere di carne, mentre i più moderati di limitarne il consumo. In realtà la diatriba è molto remota; Basti pensare all’alimento principe del lottatore Milone di Crotone, vincitore di ben 31 olimpiadi; L’atleta prima di ogni gara, infatti, era solito consumare circa 8kg di carne al giorno ed attribuiva proprio a questo alimento la sua forza fisica e le vittorie conseguite. Al contrario il filosofo-matematico Pitagora, fondatore della scuola pitagorica a Crotone, fu il padre del vegeterianismo; Egli fondò un’autentica religione, raccomandando una dieta non carnivora, per motivi etici e di buona salute fisica, mentale e spirituale. Nonostante Milone fu un seguace di Pitagora, pare che, i due condividessero stessa città ed ideologie ma non le stesse abitudini alimentari. Così come allora vi sono pareri molto discordanti, ma attraverso questo breve articolo cercheremo di fare un po’ di chiarezza, affacciandoci sulle più recenti evidenze scientifiche.
E’ emerso, attraverso molteplici studi, che circa due milioni di anni fa, si verificò un cambiamento genetico che differenziava gli umani dalla maggior parte degli altri primati; Tale cambiamento li proteggeva da alcune patologie, ma li rendeva vulnerabili al consumo di carne rossa, trasformandosi, dunque, in un alimento rischioso per la salute. A questo punto dell’evoluzione umana, un certo gene, noto come CMAH che consente la sintesi di uno zucchero chiamato Neu5Gc, scomparve. Questo zucchero è presente in carni rosse, pesce e latticini. Quando gli esseri umani consumano un animale che presenta il gene, l’organismo ha una reazione immunitaria allo zucchero estraneo, che può causare infiammazione, artrite e cancro. L’inattivazione della CMAH durante l’evoluzione ha liberato l’uomo da diversi agenti patogeni, non risulta più, per esempio, suscettibile ad un particolare tipo di malaria che richiede Neu5Gc per l’infezione, altri primati, invece, si ammalano abitualmente di tale patologia.
I ricercatori dell’Università del Nevada, hanno analizzato 322 sequenze di genoma animale dal National Center for Biotechnology Information, alla ricerca di animali che mostrano la presenza di geni attivi CMAH. Secondo tali studi, nei pesci esaminati finora, c’è una concentrazione insignificante dello zucchero Neu5Gc, ma le concentrazioni risultano significativamente più alte nelle uova di pesce, meglio conosciute come caviale. Anche gli uccelli mancano di geni attivi CMAH, il che implica che il consumo di animali come pollo, tacchino e oche non è associato ad effetti collaterali pericolosi.
Se l’animale presenta il gene CMAH, potrebbe causare infiammazione e cancro in coloro i quali ne fanno uso. Tuttavia, il consumo di carne rossa con moderazione è considerato soddisfacente. Se l’animale non ha il gene CMAH, allora è più probabile che quegli animali contengano agenti patogeni che si attaccano a Neu5Ac (il precursore di Neu5Gc) e che possono colpire gli esseri umani.
Questa ricerca dovrebbe essere una pietra miliare fondamentale per il futuro lavoro in nutrizione, genetica e medicina; è dunque un punto di partenza per conoscere il momento e il luogo preciso in cui il gene viene disattivato; Tali informazioni risultano fondamentali per determinare quali specie animali hanno più probabilità di possedere lo zucchero tossico. Il lavoro svolto dall’Università del Nevada renderà più comprensibile l’eziologia di alcune patologie e i meccanismi preventivi da adottare per evitarne il contagio.
Il consiglio, dunque, è quello di eseguire una dieta variegata, limitando l’apporto di carne rossa senza escluderla dal normale regime alimentare, in tal modo forniremo all’organismo tutto ciò di cui necessita senza correre rischi.
Dott.ssa Michela Zizza
Bibliografia
University of Nevada, Reno.