Qualche settimana fa mi è capitato tra le mani un articolo scientifico davvero interessante, riguardante l’andamento mondiale dell’indice di massa corporea (IMC) dal 1975 al 2016. La mole dei dati presi in considerazione per l’analisi da cui poi è stato elaborato questo articolo è enorme: oltre 2000 studi di popolazione, con particolare attenzione alla fascia di età, compresa tra i 5 e i 19 anni. Mi ha affascinato molto e ho deciso di studiarlo. Ve ne parlo brevemente.
Per i non esperti del settore, l’IMC è un indice che valuta come la massa di un corpo si distribuisca sulla sua superficie. Classicamente si calcola per mezzo del rapporto tra il peso e il quadrato dell’altezza, sebbene vi siano formule più aggiornate che lasciamo ai tecnici della materia. In base al valore che risulta da questa semplice operazione possiamo capire a quale fascia di peso appartenga la persona oggetto della misurazione (sottopeso, normopeso, sovrappeso, obesa lieve, moderata o grave). Vero è che si tratta di un indice molto superficiale che non prende in considerazione parametri come, per esempio, la composizione corporea, il sesso e lo stato di salute, che sono di fondamentale importanza ai fini di una più approfondita valutazione del soggetto. Tuttavia, per uno studio di popolazione, l’IMC risulta un parametro semplice da utilizzare, nonché pratico e adeguato alle esigenze del caso.
Dunque, cosa è successo all’IMC del pianeta negli ultimi quarant’anni? Non abbiamo buone notizie. Infatti, si è assistito ad un suo notevole aumento in tutte le parti del mondo. Se da un lato questo dato è incoraggiante per quelle zone dove regnano povertà e fame, dall’altro ci preoccupa perché in Paesi a rapido sviluppo economico, come l’Asia orientale e meridionale, l’accelerazione della crescita dell’IMC è molto importante. La nota positiva è che tale aumento sembra essersi appiattito nella regione nord-occidentale dell’Europa.
I numeri globali indicano che l’obesità è aumentata dallo 0.7% al 5% per le femmine e dallo 0.9% al 7-8% per i maschi; mentre, il sottopeso è diminuito dal 9.8% all’8.4% per le femmine e dal 14.8% al 12% per i maschi.
Lo studio in esame, del 2017, sulla base di quanto analizzato prevede che entro il 2022 l’obesità infantile e adolescenziale dovrebbe superare il sottopeso moderato e quello grave.
Abbiamo festeggiato da poco l’ingresso nel nuovo decennio ed il 2022 è ormai vicino. Cosa ci diranno i prossimi studi? È certo che siamo tutti contenti del fatto che in zone sottosviluppate fino a pochi anni fa, oggi ci sia un boom economico. Ma a quale costo se si è passati velocemente dal sottopeso al sovrappeso? Evidentemente, la densità calorica dei cibi a cui hanno avuto accesso sempre più persone ha giocato a svantaggio della qualità nutrizionale.
Sono ormai lontani i tempi in cui “grasso” era sinonimo di bello, ed è inutile sottolineare quanto l’eccesso di massa grassa sia dannoso per la salute. Si spera che i canali della globalizzazione possano essere una via importante per diffondere nel mondo i principi del mangiar sano, per vivere sani e a lungo.
BIBLIOGRAFIA
Abarca-Gómez L. et al. (2017). Worldwide trends in body-mass index, underweight, overweight, and obesity from 1975 to 2016: a pooled analysis of 2416 population-based measurement studies in 128.9 million children, adolescents, and adults. Lancet, 390, 2627-2642