Si definisce incontinenza urinaria la perdita involontaria di urina al di fuori dell’atto della minzione. È una condizione fisica di anormalità, indipendentemente dall’età, dall’autosufficienza motoria, alle condizioni mentali o da condizioni generali compromesse. Questa patologia, soprattutto nel sesso femminile, provoca stati di imbarazzo, depressione e difficoltà relazionali.
Esistono tre forme di incontinenza urinaria:
- Incontinenza urinaria da sforzo (IUS): perdita di urina involontaria seguente a colpi di tosse, starnuti, salti, riso, sollevamento pesi o corsa.
- Instabilità detrusoriale o incontinenza da urgenza: perdita di urina accompagnata o preceduta da un intenso desiderio minzionale non più ulteriormente procrastinabile.
- Incontinenza mista: l’incontinenza mista è caratterizzata dall’associazione dei sintomi tipici dell’incontinenza da stress e dell’incontinenza da urgenza.
L’organo critico per la continenza urinaria è la vescica, un «serbatoio» muscolare in cui, attraverso due sottili condotti chiamati ureteri, è raccolta l’urina prodotta dai reni. La condizione che favorisce il fenomeno dell’incontinenza è la vescica iperattiva, situazione che si verifica nel momento in cui, per effetto di un’automatica ed involontaria contrazione della parete vescicale, la pressione dell’urina all’interno della vescica supera la forza dei meccanismi di chiusura dello sfintere.Osservando i dati epidemiologici si può notare che la prevalenza dell’incontinenza femminile in Italia è pari al 12% dopo i 40 anni, ≥ 40% dopo i 50 anni, passata la soglia della menopausa e il 55% delle donne dopo i 60 anni presenta un’incontinenza saltuaria, il 25% un’incontinenza significativa (due episodi almeno nell’ultimo mese) e circa il 15% un’incontinenza quotidiana. La prevalenza della incontinenza urinaria è causa determinante di un grande problema sociale e igienico soprattutto nella popolazione femminile.
Esistono diverse cause e concause dello sviluppo dell’incontinenza urinaria, tra i fattori principali troviamo:
- Fattori predisponenti: alterazioni genetiche del tessuto connettivo o muscolare, predisposizione familiare, ereditarietà, sesso.
- Fattori di iniziazione: gravidanza, parto, chirurgia radicale e radioterapia pelvica.
- Fattori di promozione: obesità, stipsi, fumo, infezioni delle vie urinarie, menopausa, malattie neurologiche.
- Fattori scompensanti: età, demenza e debilitazione, patologie croniche (diabete, cardiovasculopatie)
L’obesità può causare o contribuire all’insorgenza dell’incontinenza urinaria. Infatti, l’aumento di peso comporta un cronico stiramento ed indebolimento delle strutture muscolari, nervose e tendinee del pavimento pelvico femminile. Studi portano a pensare che le probabilità di aumentare l’incidenza di incontinenza siano tra il 20% e il 70% in quei soggetti già sovrappeso che a distanza di 5-10 anni subiscono un ulteriore aumento di 5 unità dell’indice di massa corporea (BMI). Quando parliamo di IU, dobbiamo tener presente un parametro fondamentale: la pressione intraddominale (IAP). La pressione Intraddominale, ovvero la pressione generata all’interno della cavità addominale, dipende dal grado di flessibilità del diaframma, della parete addominale e dalla densità del contenuto addominale. L’ipertensione intra-addominale (IAH) è definita come un aumento anomalo della IAP. L’obesità correlata all’incontinenza urinaria si traduce in un aumento della pressione intraddominale (IAP), che a sua volta porta ulteriormente alla debolezza del pavimento pelvico, dell’innervazione e della muscolatura. Osservando soggetti obesi affetti da incontinenza urinaria, si è rilevato che la media della pressione intraddominale (IAP) era tra 0.8±12 cmH2O rispetto ai soggetti controllo normopeso, nei quali la media della pressione intraddominale (IAP) era solo tra 0±2 cmH2O. In conclusione, come si evince dalla letteratura scientifica, molti autori hanno dimostrato che la riduzione del peso, in seguito a trattamento dietetico, favorisce un miglioramento nel fenomeno d’incontinenza urinaria femminile.
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