Uno stato di buona salute dipende dall’equilibrio sia fisico che psichico; lo stato di nutrizione di un soggetto e la dieta, rappresentano due elementi essenziali per la corretta funzionalità del cervello. Molte sostanze di derivazione alimentare risultano essere molto efficaci per promuovere la sopravvivenza dei nostri neuroni. Per un invecchiamento graduale ed armonico, sono noti i principali nutraceutici che si sono rivelati fondamentali per la prevenzione di numerose malattie neuro-degenerative, per contrastare il declino cognitivo e favorire i meccanismi neuro-protettivi.
Le vitamine principalmente coinvolte nei processi di neuro-protezione sono la vitamina B6, la vitamina B12 e la vitamina B5. La prima è coinvolta nella produzione della guaina che riveste le fibre nervose e permette la trasmissione dell’impulso nervoso, mentre, la seconda può provocare, se carente, la perdita di memoria e di concentrazione, disturbi dell’umore e demenza.
È bene sottolineare che la vitamina B12 è praticamente assente negli alimenti di origine vegetale, per cui il vegano, dovrebbe aggiungerla nella sua alimentazione, mediante integratori alimentari.
La vitamina B5 o acido pantotenico è fondamentale per la sintesi dei neurotrasmettitori, sostanze che permettono la comunicazione tra le cellule nervose. Recentemente l’EFSA (European Food Safety Authority), ha riconosciuto, l’acido pantotenico, come nutraceutico, utile al mantenimento delle normali prestazioni mentali. Dal punto di vista alimentare, la vitamina B6 e la B5, sono presenti nei cereali integrali, nel tuorlo dell’uovo, nei legumi, nella frutta secca e nella carne. Mentre la B12, è presente nel latte e nei suoi derivati, nei molluschi, nel pollame e nelle frattaglie.
La curcumina è un pigmento di origine vegetale di colore giallo-arancione, presente nella curcuma, una radice dalla quale si prepara il curry e le tipiche salse dell’arte culinaria indiana. È una sostanza appartenente alla famiglia dei polifenoli dalle spiccate capacità antinfiammatorie e antiossidanti. Numerose ricerche hanno evidenziato che questa sostanza ha la capacità di attivare una serie di geni difensivi, indispensabili per combattere lo stress e permettere una buona risposta cellulare. È stato visto in un interessante lavoro in vivo che la curcumina, ha la capacità di attraversare quella struttura che regola il passaggio sanguigno delle sostanze da e verso il cervello, chiamata barriera ematoencefalica, e andare a distruggere le placche di beta-amiloide che si formano nel morbo di Alzheimer. Queste scoperte hanno trovato conferma in recenti studi epidemiologici, che dimostrano come in India, ad esempio, dove il consumo di curry come spezia nella dieta è quotidianamente utilizzata durante i pasti, l’Alzheimer e il morbo di Parkinson risultano essere presenti con un’incidenza molto bassa rispetto alle altre parti del mondo. Tra le popolazioni asiatiche, uno studio, inoltre ha rilevato che i mangiatori di curry, in vecchiaia mantengono delle migliori capacità di memoria e della cognizione, ammalandosi meno di Alzheimer.
Il limite della curcumina è il fatto che possiede una scarsa biodisponibilità, ma diversi approcci mirati a migliorare il suo assorbimento, portano a dire che questo nutraceutico ha effetti protettivi nell’invecchiamento e nelle malattie neurodegenerative.
Gli acidi grassi polinsaturi (PUFA) sono molecole molto importanti per la nostra salute e svolgono innumerevoli funzioni. Tra questi, giocano un ruolo molto importante, per la salute del sistema nervoso, gli omega-3 dove spicca l’acido docosaesaenoico (DHA).
I neuroni, presentano sulla membrana cellulare diversi acidi grassi e per il 40% è formata da DHA, per questo, adeguati livelli di DHA permettono un ottimale sviluppo cerebrale nel corso della vita fetale e anche nell’adulto, esso svolge un importante ruolo nella trasmissione dell’impulso nervoso.
Secondo l’EFSA il dosaggio giornaliero del DHA dovrebbe essere intorno ai 250 mg, e dal momento che il nostro organismo non riesce a sintetizzarlo in maniera adeguata, bisogna introdurlo con una dieta completa.
Il pesce è l’alimento per eccellenza con una alta percentuale di DHA, e quello azzurro rappresenta la qualità di pesce, con una più alta quantità di omega-3 rispetto ad altri pesci. Ad esempio 100 g di sgombro contengono circa 1,41 g di DHA; mentre nella cernia abbiamo solo 0,21 g; questo per dirvi che la qualità di pesce è fondamentale. Una carenza di DHA nella dieta, comporta un deficit cognitivo e un peggioramento dell’apprendimento e della memoria. È stato visto che una dieta “deficiente” di omega-3 causa un aumentato rischio di sviluppare numerosi disordini mentali come il morbo di Alzheimer, dislessia, demenza, depressione, disturbi bipolari e schizofrenia; la supplementazione nei soggetti con uno di questi disturbi, ha visto un rallentato declino del sistema nervoso.
Le epicatechine rappresentano molecole appartenenti alla classe dei flavonoidi. Un gruppo di sostanze della classe dei polifenoli, come la curcumina. Queste sostanze sono contenute nei semi della fava di Theobrama cacao, pianta che viene usata per la produzione del cacao. Il cacao è ricco di flavonoidi e tra questi le epicatechine e le catechine svolgono un ruolo fondamentale nella fisiologia cerebrale. Dati sperimentali hanno portato alla luce la capacità di questi composti, di agire a livello nervoso e mantenere il tono dell’umore, aumentando la funzione di quelle aree cerebrali implicate nella prontezza mentale e nella formazione di nuovi ricordi.
Completiamo questa descrizione dei nutraceutici implicati nella salute del nostro cervello col parlare dell’omotaurina. Questa sostanza è presente nelle alghe marine, è un amminoacido solforato e sembra che possa contrastare la formazione di beta-amiloide nell’Alzheimer.
Questi dati sono emersi da uno studio condotto in Canada (ALPHASE), che ha interessato circa 2000 volontari esaminati per 18 mesi, ai quali è stata somministrata per due volte al giorno una quantità di omotaurina variabile tra i 100 mg e i 150 mg.
In questo studio è stato notato che questo nutraceutico è in grado di ridurre in maniera significativa la perdita del volume dell’ippocampo con una capacità del composto di ridurre la perdita di memoria.
BIBLIOGRAFIA
Lazarov O, Mattson MP, Peterson DA et al. When Neurogenesis Encounters Aging and Disease. Trends Neurosci. 2010; 33: 569-79.
Arrigo F.G. Cicero, A.Colletti, F. Di Pierro. Trattato italiano di nutraceutica clinica. SINUT. 2017.
Lee CW, Shih YH, Kuo YM. Cerebrovascular pathology and amyloid plaque formation in Alzheimer’s disease. Curr Alzheimer Res. 2014; 11:4-10.
Dodge HH, Zhu J, Woltjer R et al; SMART data consortium. Risk of incident clinical diagnosis of Alzheimer’s disease-type dementia attributable to pathology-confirmed vascular disease. Alzheimers Dement. 2016 Dec 22. pii: S1552-5260(16)33091-6. [Epub ahead of print].
De Jesus Moreno Moreno M. Cognitive improvement in mild to moderate Alzheimer’s dementia after treatment with the acetylcholine precursor choline alfoscerate: a multicenter, double-blind, randomized, placebo-controlled trial. Clin Ther. 2003; 25: 178-93.
Amenta F, Carotenuto A, Fasanaro AM et al. The ASCOMALVA (Association between the Cholinesterase Inhibitor Donepezil and the Cholinergic Precursor Choline Alphoscerate in Alzheimer’s Disease) Trial: interim results after two years of treatment. J Alzheimers Dis. 2014; 42 (Suppl. 3): S281-8.
Weinmann S, Roll S, Schwarzbach C et al. Effects of Ginkgo biloba in dementia: systematic review and metaanalysis. BMC Geriatr. 2010; 10: 14.
Pérez-Hernández J, Zaldívar-Machorro VJ, Villanueva-Porras D et al. A Potential Alternative against Neurodegenerative Diseases: Phytodrugs. Oxid Med Cell Longev. 2016: 8378613.