Si è da poco conclusa la National Moth Week, ossia la settimana delle falene. Questo evento mondiale si celebra l’ultima settimana di luglio ed ha lo scopo di far conoscere la bellezza, i cicli vitali e gli habitat di questi bellissimi insetti. La National Moth Week infatti, offre a tutti i partecipanti, non solo la possibilità di aumentare le proprie conoscenze sulle falene, ma anche di contribuire agli studi scientifici, documentando e mappando la loro distribuzione.
Si stima che in natura esistano più di 500.000 specie di falene. Questo fa sì che le falene rappresentino circa il 95% degli esemplari del loro ordine. È dunque molto più facile imbattersi in una falena piuttosto che in una farfalla. Solitamente però, le falene non ottengono lo stesso interesse.
Fin dai tempi antichi, le falene simboleggiano il mistero e, nelle credenze popolari, addirittura un cattivo presagio. Creature affascinanti, ma anche importanti. Non sono solamente cibo per pipistrelli e uccelli, ma hanno il compito di impollinare numerose piante, favorendo così la riproduzione vegetale e la distribuzione di semi e pollini. Alcune specie si comportano, inoltre, come parassiti di piante ed alberi. Sono tra gli animali più diversificati del nostro pianeta. Le dimensioni spaziano da pochi millimetri ai 30 centimetri di apertura alare, mentre le forme e i colori, a volte, non hanno nulla da invidiare alle farfalle.
Con le farfalle hanno in effetti numerose divergenze. In primis il loro comportamento. Questi lepidotteri, sono infatti principalmente notturni. Tuttavia, questo non esclude la presenza di specie diurne. Le falene sono fortemente attratte dalle fonti luminose. Non è raro vederle attorno ad una lampada accesa. A differenza delle farfalle poi, secernono un liquido sgradevole, meccanismo di difesa contro i predatori.
Oltre al comportamento, differiscono dagli altri lepidotteri anche per il loro aspetto. Le antenne delle falene sono a forma di pettine, mentre nelle farfalle assumono una struttura a clava. Torace, ali e testa inoltre, sono ricoperti da una leggera peluria. I colori delle falene sono per lo più criptici, atti a definire il mimentismo e dunque la salvezza in caso di pericolo. Ma non tutte. A seconda del loro habitat infatti, esistono anche falene dai colori sgargianti. Forse persino più belle delle farfalle. Vediamone alcune…
Falena cobra
Originaria dell’Himalaya e diffusa in molte aree tropicali dell’Asia, Attacus atlas è la falena più grande del mondo. La sua apertura alare è larga circa 30 cm e si libra nella giungla in voli maestosi. La livrea delle sue ali, per colori e disegni ricorda il cobra, conferendole così questo nome. Tuttavia, a dispetto del titolo, è totalmente inoffensiva. Relativamente semplice da allevare in cattività, i suoi bozzoli filamentosi vengono usati per produrre la “seta Zagara” (Fig.1).
Falena sfinge testa di morto
Difficile non conoscere Acherontia atropos, la falena protagonista del film cult “Il silenzio degli innocenti” (Fig.2). Questa era infatti la falena che il killer Buffalo Bill usava come biglietto da visita. Anche chi non ha visto il film però, la conosce sicuramente. La sfinge testa di morto infatti, è così denominata per la sinistra effigie presente sul suo dorso e che rievoca la figura di un teschio umano. A complicare il quadro vi è anche il verso stridulo ed inquietante che emette quando è spaventata. Per questi motivi probabilmente non gode di un’ottima reputazione. Fin dal Settecento infatti, viene vista come una portatrice di sciagure ed epidemie, complice di streghe malvagie. Ovviamente, non solo non è così, ed è scontato ribadirlo, ma è anche del tutto innocua. Di notte, si nutre di miele e spesso attacca le api. Tuttavia, in apicoltura non rappresenta un grande problema poiché, causa inquinamento e sorgenti luminose, è divenuta piuttosto rara.
Falena bella
La falena Utetheisa ornatrix ha dei colori caldi e vivaci che la rendono una tra le più belle. Rosa, rosso, arancione, giallo e bianco sono un segnale di avvertimento per i predatori. Distribuita nelle Americhe, si trova principalmente vicino a piante del genere Crotalaria, di cui si ciba. È una falena diurna (Fig.3).
Falena Luna
Esclusiva del Nord America, la falena notturna Actias luna, sembra uscita da una fiaba. Lunghe ali verdi spiccano dal corpo bianco. Non si tratta però solo di bellezza. Queste lunghe ali infatti confondono l’ecolocalizzatore dei pipistrelli predatori. Le falene Luna adulte vivono solo una settimana e non si nutrono, poiché prive di apparato boccale. Il loro compito è principalmente quello di riprodursi (Fig.4).
Falena vampiro
Originaria di Asia ed Europa, la Calyptra thalictri è forse l’unica falena ad attaccare i mammiferi. Si ciba prevalentemente di frutta fresca, ma a volte, come suggerisce anche il suo nome, gli esemplari maschi possono perforare la pelle dei mammiferi per succhiarne il sangue. Attaccano principalmente rinoceronti, tapiri, bufali, maiali, elefanti, cervi e muli. Le sedi maggiormente attaccate sono quelle prive di pelo, ferite o con escoriazioni. Il sangue fornisce ai maschi di Calyptra la fonte di sodio necessaria, una volta trasmessa alle femmine, per dare alle larve una spinta nutrizionale (Fig.5).
Falena che beve le lacrime
Oltre al sangue, ci sono altri fluidi che attirano le falene. Originaria del Madagascar, Hemiceratoides hieroglyphica beve le lacrime degli uccelli (Fig.6). Con la sua lunga proboscide uncinata infatti, si inserisce nelle palpebre degli uccelli addormentati e ne assorbe le lacrime. Non è ben chiaro il motivo per cui lo faccia, ma presumibilmente per arricchire di sodio la sua dieta. Quel che è certo invece, è la precisione quasi chirurgica con cui lo effettua. Non arreca infatti nessun disturbo agli uccelli, che rimangono addormentati.
La falena più bella del mondo
Sempre in Madagascar, vi è la falena che non ha nulla da invidiare alle “cugine” farfalle, la Chrysiridia rhipheus. Le sue ali iridescenti non hanno pigmenti, ma colori originatisi da interferenza ottica. In passato veniva utilizzata per produrre oggetti ornamentali. È una falena diurna e si nutre principalmente di nettare dai fiori di mandorlo indiano, eucalipto, pianta del tè, nespolo del Giappone, mango ed Euphorbiacee. L’Urania del Madagascar è di fatto la falena più bella del mondo (Fig.7).
Falena rosa
La Dryocampa rubicunda è una piccola falena gialla e rosa dal corpo lanuginoso. Questa colorata falena, tipica del Nordamerica, si nutre prevalentemente di aceri, ma si può trovare anche vicino alle querce. La colorazione è probabilmente un meccanismo di difesa verso la ghiandaia azzurra, suo principale predatore. Questi vivaci colori infatti, potrebbero depistare il predatore, inducendolo a pensare che essa sia velenosa e non commestibile (Fig.8).
Falena Polifemo
Antheraea polyphemus è una falena nordamericana che rievoca il mito greco del ciclope Polifemo (Fig.9). La caratteristica principale di questo lepidottero è in effetti data dal disegno sulle ali posteriori. Sulla livrea, color marrone chiaro e adornata di tratti rosa pallido, spiccano due grandi ocelli nero-violacei. Questo è il suo principale meccanismo di difesa contro i predatori che, confusi dai due grandi occhi, desistono.
Falena sfinge dell’oleandro
Daphnis nerii è una falena mimetica. Come suggerisce il suo nome, allo stadio larvale si nutre prevalentemente di questa pianta. Non solo, se si sente minacciata, allungherà il suo corpo al fine di assomigliare a una foglia di oleandro. Qualora la situazione si complicasse ulteriormente, metterà in risalto le due grandi macchie simili ad occhi che spaventeranno il predatore. Tipica dei climi subtropicali, non è raro vederla anche da noi, dove però non riesce quasi mai a compiere il suo ciclo riproduttivo (Fig.10).
Pavonia del pero
Saturnia pyri è la più grande falena che abbiamo in Italia. Con la sua apertura alare di circa 15-20 cm, compie voli così energici da essere spesso scambiata con i pipistrelli. Tipica di siepi, alberi isolati e del limite del bosco, non è raro vederla nelle sere estive. Deve il suo nome al fatto che i suoi bruchi si cibano prevalentemente di foglie di pero, ma possono nutrirsi anche della chioma di melo, noce, albicocco, pioppo e ciliegio (Fig.11).
L’elenco sarebbe interminabile. Ammiriamo dunque le falene allo stesso modo delle farfalle. Non mordono, non pungono, non iniettano veleno o sostanze irritanti. Sono totalmente innocue per l’uomo come per la stragrande maggioranza dei mammiferi. Dopotutto, sono solo farfalle in abito da sera.
Fonti
https://it.m.wikipedia.org/wiki/Attacus_atlas
https://it.m.wikipedia.org/wiki/Dryocampa_rubicunda
https://en.m.wikipedia.org/wiki/Luna_moth
https://en.m.wikipedia.org/wiki/Utetheisa_ornatrix
https://it.m.wikipedia.org/wiki/Acherontia_atropos
https://en.m.wikipedia.org/wiki/Calyptra_thalictri
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC2375961/
https://it.m.wikipedia.org/wiki/Chrysiridia_rhipheus
https://en.m.wikipedia.org/wiki/Daphnis_nerii