Lo studio del comportamento riproduttivo degli animali e degli altri organismi viventi ha portato alla luce alcuni aspetti della biologia evoluzionistica che hanno cambiato radicalmente il concetto di riproduzione sessuale. Uno di questi aspetti riguarda la promiscuità sessuale.
Monogamia e poligamia
Il comportamento secondo il quale un individuo tende a non instaurare un rapporto duraturo con un solo altro individuo ma piuttosto tende ad instaurarne più di uno con individui diversi prende il nome di poligamia.
La poligamia è tipica di moltissime specie di animali e in natura di certo non rappresenta l’eccezione. Piuttosto l’eccezione alla regola è data dalla monogamia, riscontrabile in natura solo tra gli uccelli e in alcune specie di mammiferi, tra cui l’uomo.
In particolare sono tra gli animali più tendenti alla monogamia il pinguino imperatore, l’orso, la volpe, il falco, il panda e alcune specie di pappagallo.
Biologicamente parlando il concetto di monogamia si può estendere fondamentalmente a due livelli:
-monogamia sessuale che si riferisce alla scelta di un partner per gli accoppiamenti;
-monogamia sociale che comprende l’atto della copula col partner e che inoltre si verifica quando i due partner collaborano tra loro per la ricerca di risorse come il cibo e il riparo.
Monogamia sociale e monogamia sessuale non sono la stessa cosa poiché un maschio impegnato socialmente può avere rapporti sessuali anche con altri individui e così anche la femmina.
Perché la monogamia?
Le femmine che instaurano dei rapporti di tipo monogamo lo fanno essenzialmente per un solo motivo:
le cure parentali.
Diversi studi hanno dimostrato che molte coppie di uccelli o mammiferi restano insieme solo fino a quando finisce il periodo della gestazione e delle cure parentali.
La femmina di per sé è quella che tra i due sessi si occupa maggiormente delle cure della prole mentre il maschio è impegnato tutta la vita nella competizione con gli altri maschi. Tuttavia, la femmina passa buona parte della vita a scegliere tra i maschi quello che maggiormente sembra avere una buona indole paterna. Lo scopo della femmina è, dunque, quello di poter garantire ai suoi piccoli la presenza di un padre che possa portar loro da mangiare e che possa occuparsi del loro riparo.
Aldilà di questo semplice motivo che porta le femmine alla monogamia la maggior parte di esse, finito il periodo di cure parentali, va a cercare un nuovo partner con caratteristiche possibilmente migliori di quello precedente.
…e perché la poligamia?
Sono state proposte diverse teorie circa la promiscuità femminile eppure quella che pare avere maggiore riscontro da parte degli scienziati rappresenta la femmina come un individuo che, dopo aver sbagliato la prima scelta, cerca di correggerla attraverso l’accoppiamento con un maschio dal quale può ottenere maggiori benefici genetici attraverso la competizione spermatica. Ad esempio in alcuni pesci d’acqua dolce, le femmine non incontrano presto il maschio colorato e pertanto, al fine di non tardare troppo la riproduzione, si accoppiano con un maschio di qualità inferiore; ma se successivamente incontrano il maschio migliore si accoppiano nuovamente favorendo quest’ ultimo nella competizione spermatica e “aggiustando” la scelta precedente.
Pare inoltre che la promiscuità femminile sia dovuta ad una sorta di screening genetico che permette alla femmina, attraverso la copula, in un contesto competitivo spermatico, di far sì che le uova vengano fecondate dal maschio con un eiaculato di qualità superiore.
In conclusione si può dire che le differenze nei colori, nelle forme e nelle abitudini sociali e sessuali sono solo una parte della biodiversità presente nel nostro pianeta e che la competizione tra i maschi per fecondare il maggior numero di femmine e la ricerca da parte delle femmine del maschio migliore sono responsabili della meravigliosa varietà di adattamenti comportamentali che si manifestano in diverse modalità di accoppiamento.
Bibliografia
“Sesso ed evoluzione” Andrea Pilastro edizione Bompiani
Etologia, John Alcock
“L’origine dell’uomo e la selezione sessuale” Charles Darwin