Il tradimento analizzato negli aspetti psicologici principali in relazione alle componenti genetiche che lo determinano
Sempre più spesso si sente parlare di tradimento all’interno di coppie che, almeno apparentemente, sembrano felici.
Il verbo tradire vuol dire venire meno a un impegno assunto e deriva dal latino “tradere” che letteralmente significa “consegnare”. È come se in un certo senso, la vittima venisse consegnata ai nemici, perché “abbandonata” e sostituita a un altro.
La tendenza a tradire è una caratteristica che può appartenere o meno a ognuno di noi. Coloro che tradiscono sentono una spinta interiore che non può essere controllata razionalmente, mentre coloro che possiedono principi di fedeltà vedono il tradimento come un’azione che va contro sé stessi e i propri ideali, prima ancora che una mancanza e un comportamento scorretto nei confronti del partner.
Non tutti sanno che il tradimento avviene prima con la mente e poi con il corpo. Il reale avvicinamento a un’altra persona è sempre preceduto da un tradimento mentale caratterizzato da una serie di pensieri intensi e ricorrenti nei confronti della stessa, quindi, questo poi, sfocia spesso nel rapporto corporeo vero e proprio.
Le cause dell’infedeltà sono molteplici. L’amore può sfociare nella patologia quando i due partner vivono la maggior parte del tempo insieme e quindi condividono sia attività di piacere come la palestra o le uscite con gli amici, ma anche il lavoro che invece può causare attriti. I due partner perdono così i propri confini, la propria libertà e autonomia e il rapporto diventa monotono, perché non ci sono più stimoli. Un’altra tipologia di amore che non è positivo per la coppia è quello possessivo caratterizzato da estrema gelosia che limita la libertà dell’altro, considerato come un oggetto da possedere piuttosto che come una persona con la quale condividere. Il partner possessivo e geloso infatti è proprio colui che tradisce.
La psicoanalisi classica ci suggerisce che i traditori sono molto gelosi e possessivi. Alla base di questo comportamento ci sono la scissione e la proiezione, meccanismi di difesa che l’io mette in atto per difendersi da alcune pulsioni che essendo molto intense non riesce a fronteggiare. L’infedele allontana da sé stesso l’intenzione di tradire e attraverso la gelosia la proietta sul partner. È come se attribuisse all’altro la propria incapacità a mantenere un rapporto basato sul principio di fedeltà.
Un altro aspetto molto importante che spiega le cause dell’infedeltà è il legame con la genetica. Lo studio condotto da Cherkas et al (2004) ha dimostrato come l’infedeltà sia significativamente maggiore per i gemelli monozigoti con il 41% di ereditabilità rispetto a quelli dizigoti con il 38%.
I comportamenti messi in atto invece non sono molto influenzati dai geni, ma seguono alcune teorie evolutive che spiegano come un comportamento sessuale viene mantenuto se evolutivamente vantaggioso.
Molti studi dimostrano come i geni influiscono sull’infedeltà. H.Walum et al (2008) hanno riscontrato un’associazione tra il gene della vasopressina, AVPR1A e il comportamento nel rapporto di coppia umano. L’allele 334 del polimorfismo RS3 spiega come gli uomini si legano alle loro partner. Quando ci sono più copie dell’allele 334 negli uomini, il legame di coppia non è adeguato. Il rischio di crisi coniugale diventa elevato quando si è omozigoti per l’allele 334, se invece questo allele è assente c’è un migliore rapporto di coppia. Viene dimostrato anche perché la percentuale di uomini non sposati omozigoti con allele 334 è più alta rispetto a chi non possiede questo allele.
Per quanto riguarda le donne invece, è stato dimostrato come l’infedeltà e l’insoddisfazione del rapporto sono molto più alte in donne con una elevata concentrazione di estradiolo e quindi altamente fertili. Queste sono più motivate a conoscere altri uomini, spesso anche meno desiderabili del proprio compagno. Il metodo adottato non è quello di avere più partner contemporaneamente ma quello di averne tanti, uno dopo l’altro.
Il fenomeno dell’infedeltà può verificarsi anche in presenza di sentimenti di affetto verso il partner, a causa del genotipo VNTR del recettore dopaminergico DRD4, e nello specifico la variante 7R+.
Questo non significa che tutti coloro che possiedono le caratteristiche descritte sopra intrattengono relazioni caratterizzate da infedeltà ma sicuramente hanno una maggiore probabilità rispetto a chi presenta diversi tratti genotipici. Un altro elemento da considerare è l’influenza dei fattori esogeni e ambientali che però ricoprono una bassa percentuale.
Barbier A., Strocchi M.C., Wlum H., Durante K.M., Hammock E.A., Carotenuto A.