La Mandragora… Una pianta star!

MANDRAGORA, La Mandragora… Una pianta star!

Un antico codice del Cinquecento recitava: “Colui che haverà  bevuto il sugo della mandragora coi suoi frutti o la radice patirà  rossezza di viso, d’occhi, stupidezza di mente et alienazione e pazzia e sonno profondo. La sua cura e prendere la triaca magna, distemperata nel vino, ma che sia subito tardargli il mangiare per un giorno e beva del vino eccellente puro e fiuti l’aceto gagliardo”.

In effetti, la mandragora è una pianta estremamente tossica che contiene diversi alcaloidi (ioscina, atropina, mandragorina e iosciamina) presenti anche in Atropa belladonna e Hyoscyamus niger; la sua assunzione in dosi massicce provoca tachicardia, pressione alta, nausea, allucinazioni, vomito, diarrea, convulsione anche la morte.

La mandragora (Mandragora officinarum) fa parte della famiglia delle Solanaceae, è una pianta erbacea perenne che può raggiungere 5 cm di altezza. Le sue caratteristiche sono: una grossa radice nerastra a fittone, spesso biforcuta e ramificata con aspetto vagamente antropomorfo, il fusto nullo o brevissimo, le foglie tutte in rosetta basale e picciolate, i fiori ermafroditi e infine il frutto che è una bacca elissoide giallo-rossastra contenente numerosi piccoli semi.

Il nome, probabilmente di derivazione persiana “mandrun-ghia”, le è stato assegnato dal medico greco Ippocrate. Nell’antichità le venivano accreditate virtù afrodisiache infatti era utilizzata anche per curare la sterilità . Alla mandragora venivano anche attribuite qualità  magiche e non è un caso se fosse inclusa nella preparazione di varie pozioni. In alcuni testi di alchimia è raffigurata con le sembianze di un uomo o un bambino, proprio per l’aspetto antropomorfo che assume la sua radice in primavera. Da ciò ne è derivata la leggenda del pianto della mandragola ritenuto in grado di uccidere un uomo.

La mandragora è considerata una pianta star, infatti è presente nelle novelle di Boccaccio e di Sacchetti, è citata in Shakespeare, nel Faust di Goethe, e in autori del XIX secolo quali Hoffmann e Nadier. E’ ricordata tra le piante magiche di “Harry Potter”, nei “I Cavalieri dello Zodiaco” e nei film “Il Labirinto del Fauno” e “Krokodyle” di Stefano Bessoni.

 

FONTE: Teaching Tools in PLANT BIOLOGY

 

 

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