Hai mai sentito parlare di Entomofagia? E’ il termine che viene utilizzato per indicare il consumo alimentare di insetti, i cosiddetti insetti commestibili. Molti storceranno il naso a questo pensiero ma come la prenderesti se ti dicessi che tra non molto (40 anni) il consumo alimentare di insetti potrebbe non essere più una cosa così rara?
Le stime prevedono che nel 2050 sulla Terra saremo 9 miliardi di persone e tra surriscaldamento globale, deforestazione e inquinamento delle acque, le risorse proteiche saranno sempre più scarse.
La FAO ha pubblicato un rapporto di 173 pagine già nel 2013 in cui si parla degli insetti commestibili come risorsa proteica di un futuro non troppo lontano.
Le buone ragioni per mangiare gli insetti sono riassunte in tre punti:
- Dal punto di vista nutrizionale rappresentano una fonte di proteine ottime a sostituzione delle classiche proteine animali;
- Rappresentano un vantaggio dal punto dii vista della sostenibilità ambientale, perché possono essere allevati in poco spazio dando una resa maggiore delle classiche proteine animali (per esempio ai grilli servono 2 Kg di cibo per produrre 1 Kg di carne, ai bovini servono 8 Kg di cibo per produrre la stessa quantità di carne);
- Possono creare un nuovo spazio nell’economia di mercato per i paesi che ne possiedono in abbondanza;
I maggiori consumatori di insetti da sempre sono l’Africa, l’Asia e l’America (del Sud), dove lo scarafaggio è l’insetto più mangiato.
Il legame tra consumo di insetti e società occidentale è stato attribuito ad Erasmus Darwin fisiologo vissuto nel XIX secolo, nonno del più famoso Charles, che nei suoi appunti di studio parla della bontà del maggiolino.
Per una lettura più approfondita dell’articolo ti invito a leggere il testo integrale
“LE INDICAZIONI CONTENUTE IN QUESTO SITO NON DEVONO IN ALCUN MODO SOSTITUIRE IL RAPPORTO CON IL MEDICO. È PERTANTO OPPORTUNO CONSULTARE SEMPRE IL PROPRIO MEDICO CURANTE E/O LO SPECIALISTA”
Bibliografia:
FAO Edible insects, future prospective for food and feed security (2013).