Il sogno più nascosto, il desiderio più segreto, la speranza più “sperata”, insomma l’oasi nel deserto.
Di cosa parlo? Della pillola magica che faccia dimagrire e che subito dia la forma fisica che si desidera.
Ahimè, questo resta un miraggio al momento, sebbene siano sotto esame tante sostanze che potrebbero essere un valido aiuto e che, udite udite, non vengono dall’esterno.
Non sono polverine o pilloline magiche: è il nostro corpo che le produce.
Andiamo con ordine.
Che l’attività fisica migliori la qualità della vita e diminuisca il rischio di diverse malattie è cosa certa.
Sono molti gli studi scientifici che associano una regolare attività fisica alla minore incidenza di patologie come ictus, ipertensione, infarto, obesità e tumori maligni.
L’attività fisica è riconosciuta oramai come un elemento fondamentale per combattere le patologie del sistema nervoso, infatti, sembra essere un ottimo sostegno di prevenzione e aiuto nella patologia di Alzheimer e nelle demenze in generale.
È un ottimo alleato nella gestione del diabete, delle dislipidemie (per esempio, del colesterolo alto e/o dei trigliceridi alti), e per sostenere le donne nel periodo della menopausa (a partire dal pre- fino al post-menopausa).
I muscoli scheletrici rappresentano l’apparato più voluminoso del corpo umano; sono considerati, nell’insieme, costituenti un organo che produce sostanze utili per la gestione del metabolismo energetico, sostanze come l’irisina, secreta dal muscolo scheletrico in risposta all’esercizio fisico.
Il nome sembrerebbe trarre spunto da quello della dea greca Iris, la dea che aveva il compito di far comunicare gli umani con gli altri dei.
L’irisina, proprio come la dea, mette in comunicazione i diversi tessuti del nostro organismo, poiché una volta rilasciata dal muscolo, essa circola nel torrente sanguigno.
Dal 2012, data in cui è stata “scoperta”, ad oggi sono stati molti gli studi effettuati, soprattutto sulla quantità di irisina nel sangue, sul suo aumento o sulla sua diminuzione in base all’esercizio fisico e al tipo di esercizio, distinguendo per fascia di età, sesso e patologie.
Da tutti gli studi si evince che l’irisina è importante per numerosi compartimenti del nostro corpo.
Vediamoli.
Nel tessuto adiposo, l’irisina stimola il processo di imbrunimento delle cellule adipose bianche (Figura), quelle che costituiscono la maggior parte del grasso; promuove la spesa energetica; svolge un ruolo protettivo contro il diabete mellito di tipo 2 e l’obesità.
Influisce sul metabolismo osseo riducendo il rischio di osteoporosi e protegge dalla perdita ossea; mantiene l’efficienza muscolare; e nel sistema nervoso, l’irisina, favorisce la corretta funzione a livello cerebrale, agisce come antidepressivo comportamentale nella regolazione dell’umore e ha effetti benefici sulla salute del cervello e sulla funzione cognitiva.
Da quanto detto, sembrerebbe la panacea di ogni male.
Eppure, gli studi sono spesso controversi e non definitivi, soprattutto per quel che riguarda la correlazione tra esercizio fisico e quantità di irisina nel sangue.
Al momento si è certi del fatto che un esercizio di forza aumenti il livello di irisina, in acuto, cioè quando si compie uno “sforzo” in un determinato momento; se l’attività fisica e quindi gli esercizi diventano “cronici” la quantità di irisina non varia.
È questo il motivo per cui probabilmente si devono preferire degli esercizi fisici di resistenza e forza da effettuare in tempi limitati (20-30 minuti), e alternati ad altre attività in modo da non far “abituare” il corpo.
Ma lunga è la strada della ricerca in questo senso.
BIBLIOGRAFIA
https://www.europeanreview.org/article/13652
https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S2213422017302056?via%3Dihub#bib0355