Le lucciole sono insetti appartenenti alla famiglia Lampyridae, la quale comprende circa 2 mila specie. Nelle notti estive è solito vederle grazie alla luce intermittente che le contraddistingue dagli altri insetti. Ma qual è lo scopo del loro lampeggiare e come riescono a produrre la luce?
Per le lucciole, lampeggiare è molto importante, sia dal punto di vista difensivo che da quello riproduttivo. A livello difensivo, le lucciole producono una bioluminescenza con delle sostanze ritenute tossiche per chi le ingerisce. In questo modo i predatori, in particolare i pipistrelli, sono maggiormente restii a cacciare questi insetti, che riescono così a salvarsi. Dal punto di vista riproduttivo, invece, i maschi lampeggiano ritmicamente per ricercare la femmina con cui accoppiarsi. Quando quest’ultima risponde ai lampi del maschio, entrambi iniziano una sorta di lampeggiamento ritmico alternato che li aiuta ad incontrarsi.
La sincronizzazione dei lampi, nelle lucciole, è uno degli aspetti più interessanti e maggiormente studiati. Infatti, è stato visto che, fisiologicamente, il lampeggiamento sincrono dipende da come il cervello dell’insetto riesce a misurare il tempo. L’organo capace di lampeggiare è situato nella parte terminale dell’addome, ed è attivato dai segnali provenienti dal cervello. Alcuni studi hanno dimostrato che il lampeggiamento è stimolato dall’occhio, che porta l’impulso al cervello e poi alla zona addominale. È stato inoltre stimato che il tempo di risposta al lampeggiamento è di 150-200 millisecondi.
La produzione della luce avviene attraverso un processo chimico chiamato bioluminescenza. La reazione della luciferina, con ossigeno ed energia (adenosina trifosfato o ATP), grazie all’enzima luciferasi, produce ossiluciferina, calore e ovviamente la luce. Il calore prodotto rappresenta il 95% del totale, mentre la luce solamente il 5%. Per questo motivo la luce delle lucciole è una luce fredda.
Insomma, considerando queste informazioni, possiamo affermare che per questi insetti il lampeggiamento è utilizzato per comunicare con insetti della stessa specie e con i predatori, e quindi è ritenuto un comportamento fondamentale per la loro sopravvivenza.
Fonti:
https://www.jstor.org/stable/24950352?seq=1
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC6105302/
