Continuando quanto detto nell’articolo precedente di questa rubrica “IL CIBO E I SUOI SIGNIFICATI”, è stato dimostrato che il piacere derivante dall’assumere alimenti gradevoli continua a motivare il consumo di cibo perfino in assenza di una fame fisiologica. La maggior parte degli individui consumerà alimenti gradevoli anche quando non affamati semplicemente perché questi sono disponibili oppure perché vengono loro offerti (ad esempio, uno snack pomeridiano oppure un dessert a fine cena). Tuttavia, nelle culture moderne i cibi altamente gradevoli solitamente sono reperibili pressoché ovunque. Come risultato, alcune persone testimoniano di esserne attratti persino in assenza di stimoli alimentari tipici (come gli orari dei pasti oppure vedere del cibo in televisione). Tale preoccupazione rispetto agli alimenti gradevoli si può anche manifestare quando gli individui incominciano a consumare tali cibi senza limitarsi alla quantità appropriata (ad esempio, fermarsi ad una porzione di patatine fritte per uno snack oppure a una fetta di torta per il dessert). Lo sperimentare motivazioni potenti e reiterate a consumare alimenti gradevoli quando non si è in regime ipocalorico è stato definito “fame edonica” by Lowe and Butryn (1).A differenza dell’urgenza forte e persistente a consumare cibi quando si è sottoposti ad un regime ipocalorico – che è un’esperienza adattativa – quella di consumare alimenti per puro piacere in assenza di bisogno energetico è molto più del tipo maladattativo. In particolare, se tali stimoli alimentari sono molto pressanti, durante l’alimentazione possono emergere sensazioni di perdita di controllo sul cibo, consumo eccessivo di calorie o entrambi. Questo fenomeno ricorda lo sviluppo della dipendenza da droghe. Infatti, vi sono incredibili somiglianze tra il modello di attivazione cerebrale osservato durante il consumo di droghe che creano dipendenza e quello associato al consumo di cibi particolarmente gustosi (2).Di conseguenza, come per gli individui che fanno uso di droghe nel tempo può risultare sempre più difficile controllare il loro desiderio verso queste sostanze, così coloro che provano un grandissimo piacere nell’assunzione di alimenti altamente gradevoli possono cominciare a sviluppare sensazioni di perdita di controllo quando iniziano ad assumere tali cibi. Diversi studi supportano l’ipotesi che un desiderio irresistibile a consumare alimenti altamente gustosi può contribuire allo sviluppo della perdita di controllo sul cibo. La sensazione soggettiva di perdita di controllo (PDC) rispetto al mangiare è comune tra gli individui con disordini alimentari e tende a implicare un aumento di peso. Un’alimentazione restrittiva è un ulteriore fattore di rischio per la perdita di controllo, ma anche le sensazioni di piacere che derivano da alimenti gradevoli possono far emergere o intensificare la perdita di controllo rispetto al cibo. Questi risultati suggeriscono che l’attrazione edonica per gli alimenti gradevoli può rappresentare un fattore di rischio di perdita di controllo sia in chi la sta sperimentando da poco, sia in chi non l’ha mai avuta. (3)
BIBLIOGRAFIA
1 (2007; Lowe & Levine, 2005).
2(Volkow, Wang, Fowler, & Telang, 2008).
3(Birch, Fisher, & Davison, 2003; Lowe & Levine, 2005).
Grazie per informarci su queste tematiche inportantissime per la nostra salute. Si può godere di un buon e gustoso pranzo anche senza esagerare. Io seguo sempre le ricette che selezioni con amore per noi. Grazie ❤
Complimenti per l’artic
Complimenti per l’articolo dottoressa. Le persone dovrebbero spendere 5 minuti e leggerlo attentamente. Non tutti sono al corrente del ‘craving’ che possono causare determinati alimenti, innescando un circolo vizioso. Grazie per tutti i suoi consigli.
Complementi per l’articolo e grazie per i suoi preziosi consigli.