Fibromi uterini ed isterectomia: la menopausa chirurgica

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I fibromi sono tra i più frequenti tumori benigni dell’utero e vengono anche chiamati miomi. La struttura dell’utero risulta alterata, con un aumento delle cellule fibrose a discapito di quelle muscolari.

L’utero si trova posizionato al centro della piccola pelvi, tra la vescica ed il retto. E’ formato da corpo, fondo dell’utero e cervice. La sua struttura interna rispecchia quella degli organi cavi con la parete costituita da una serie di tonache:

  • tonaca mucosa (endometrio): durante il ciclo mestruale si ispessisce, preparandosi ad un eventuale impianto dell’embrione;

  • miometrio: spesso strato muscolare che contiene la maggior parte dei vasi sanguigni e dei nervi che poi confluiscono nell’utero;

  • perimetrio: formato da tessuto connettivo scivoloso che riveste la cavità pelvica.

I fibromi uterini derivano da una proliferazione anomala delle cellule muscolari del miometrio (da qui il loro nome “miomi”). Una singola cellula si divide ripetutamente formando infine una massa chiara, gommosa e compatta, ben separata dal tessuto circostante.  Le forme benigne, che sono anche le più comuni, non si diffondono nell’organismo e non sono cancerose.

Si tratta quindi di noduli di dimensioni variabili formati da cellule di tessuto muscolare liscio e di tessuto fibroso, che si sviluppano sulla parete uterina. I noduli possono essere singoli o raggruppati in grappoli ed il loro diametro può variare da 1 a 20cm. Crescono all’interno della parete uterina e possono sporgere nella cavità uterina oppure verso la superficie esterna. La velocità di crescita non è sempre costante, sopratutto in caso di noduli numerosi.

La maggior parte dei fibromi uterini è asintomatica e per questo la loro scoperta è spesso casuale. Tendono a non dare sintomi prima dei 30 anni e a scomparire con la menopausa. Il sintomo maggiormente riscontrabile è la comparsa di un sanguinamento uterino anomalo (copioso e duraturo). Tra i sintomi troviamo anche:

  • dolore addominale

  • sintomi legati all’azione della massa del fibroma sugli organi pelvici adiacenti

    • costipazione

    • dolori ad un arto

    • dolore durante i rapporti sessuali

    • urgenza e difficoltà ad urinare

    • senso di pesantezza al basso ventre

  • infertilità ed aborti (se il fibroma è molto voluminoso l’impianto dell’embrione può essere ostacolato; se occupa la parte interna e cresce può ostacolare la gestazione ed il parto deviando il sangue arterioso.

Sono rari i casi in cui il fibroma causa un dolore acuto ma può accadere quando il flusso sanguigno che lo nutre è scarso. Infatti se il fibroma non è ben vascolarizzato inizia a morire ed i prodotti della sua degradazione filtrano nei tessuti circostanti causando dolore e febbre.

Non si conoscono ancora le cause precise dello sviluppo dei fibromi uterini.
Si tratta probabilmente di un insieme di fattori genetici, ormonali ed ambientali che, in sinergia, concorrono allo sviluppo di questa neoformazione. 
Esistono però evidenze che i livelli ormonali siano fondamentali, influenzandone la crescita. Infatti con elevati livelli di estrogeni e progesterone la velocità di crescita risulta aumentata.

Ciò si può osservare dal fatto che:

  • è raro che appaiano prima del menarca

  • con la menopausa tendono regredire

  • tendono ad aumentare verso la fine dell’età riproduttiva, durante la gravidanza o con l’utilizzo di farmaci anticoncezionali

Sono stati individuati alcuni fattori che indicano un aumento (o una riduzione) del rischio di sviluppare fibromi. Nello specifico:

  • l’etnia afro-americana è maggiormente predisposta allo sviluppo di fibromi uterini

  • il consumo abbondante di verdura sembra essere un fattore protettivo

  • l’obesità rappresenta un fattore di rischio elevato nello sviluppo di fibromi uterini, sopratutto tra i 40-50 anni

  • la predisposizione genetica e la familiarità rappresentano un altro fatto estremamente importante e predisponente lo sviluppo di questi fibromi

I fibromi, a causa dei sanguinamenti copiosi possono portare ad anemia più o meno grave. L’attività fisica costante (almeno 4 ore alla settimana) sembra avere una correlazione inversa con lo sviluppo dei fibromi uterini. Quindi, insieme ad una corretta alimentazione, l’esercizio fisico gioca un ruolo protettivo. Il consumo di frutta e verdura sembra essere un fattore di protezione per lo sviluppo di fibromi uterini. Essendo ricca di vitamine, sali minerali, isoflavonoidi, carotenoidi, antiossidanti e fitoestrogeni, la frutta agisce come nutraceutico.

E’ stata trovata una correlazione tra lo sviluppo di miomi ed il consumo elevato di pesce d’allevamento. Questa associazione è importante in relazione all’alimentazione utilizzata negli allevamenti, e varia da Paese a Paese. Ultimamente si sta facendo molta attenzione ai livelli di vitamina D ed alla correlazione tra una sua carenza e lo sviluppo di varie patologie. Si è visto quindi che lo sviluppo di miomi si ha con una maggior incidenza in donne con forti carenze di vitamina D.

Non esiste una terapia per i fibromi che risulti efficace e risolutiva per tutte le pazienti.Per esempio le pazienti con fibromi che non presentano sintomi non hanno bisogno di nessun tipo di terapia, ma dovranno sottoporsi a periodiche valutazioni per tenere sotto controllo le dimensioni dei noduli. Percui la gestione terapeutica di una paziente con fibroma uterino dipenderà dall’età della paziente, dai sintomi e da un’eventuale gravidanza desiderata dalla donna.

Solitamente la terapia medica è la prima ad essere scelta ma, qualora non risultasse efficace, vengono proposte la chirurgia e l’embolizzazione.

Come terapie chirurgiche vengono proposte la miomectomia oppure l’isterectomia a seconda delle esigenze della paziente.La miectomia consiste nella rimozione dei fibromi salvaguardando l’utero. Con questa tecnica c’è la possibilità che i fibromi si ripresentino in futuro. L’isterectomia invece consiste nella rimozione chirurgica dell’utero ed in questo caso i fibromi non si potranno più ripresentare. Quando non sono coinvolte le ovaie, la tendenza è quella di conservarle. Per cui la donna non potrà più avere gravidanze ma non sarà ancora in menopausa e potrà beneficiare degli effetti ormonali positivi dati dagli estrogeni ancora prodotti dalle ovaie.

Nel caso in cui invece dovesse essere necessaria un’asportazione oltre che dell’utero anche delle ovaie si parla di menopausa chirurgica. Si tratta di un processo indotto ed improvviso mentre la menopausa naturale è processo lento e graduale che dà il tempo al corpo di abituarsi alla perdita di funzionalità endocrina delle ovaie. Per questo motivo spesso i medici scelgono di utilizzare una terapia ormonale sostitutiva in pazienti che subiscono questo tipo di intervento rimpiazzando gli estrogeni e diminuendo quindi il rischio di osteoporosi e di sviluppare malattie cardiovascolari.

Per chi si trova in una situazione di menopausa chirurgica i consigli sono sovrapponibili a quelli che si danno in caso di menopausa naturale:

  • prevenire l’osteoporosi con il giusto apporto di vitamina D quotidiano;

  • ridurre il consumo di grassi saturi

  • preferire i carboidrati complessi a quelli semplici

  • seguire sempre la stagionalità e variare il più possibile

  • utilizzare metodi di cottura semplici

Le indicazioni contenute in questo sito non devono in alcun modo sostituire il rapporto con il medico. E’ pertanto opportuno consultare sempre il proprio medico curante e/o lo specialista.

Bibliografia:

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  • Clinical Efficacy and Complications of Uterine Artery Embolization in Symptomatic Uterine Fibroids. Salehi, Mohammadgharib ; Jalilian, Nasrin ; Salehi, Ayoub ; Ayazi, Mojgan. Global journal of health science, July 2016, Vol.8(7), pp.245-50[Rivista Peer Reviewed]

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