E’ certamente capitato a tutti di sentir parlare di legionella, di morbo del legionario e così via…
Ma esattamente di cosa parliamo?
Quali sono i rischi associati a questa malattia?
Quali sono gli elementi scatenanti?
Con un linguaggio semplice ma esaustivo cerchiamo di dare alcune risposte.
Il Morbo del Legionario, detto anche legionellosi, è una malattia polmonare sostenuta da un batterio : Legionella pneumophila. Il nome della malattia, indubbiamente un po’ originale e che evoca paesi ed ambienti esotici, in realtà deriva da un evento verificatosi negli USA e che ha interessato degli ex legionari. In particolare in occasione del raduno nel 1976 della Legione Americana, a Philadelphia, si diffuse un’epidemia di polmonite. Furono colpite circa 221 persone di cui almeno una trentina morì. Il batterio, fino ad allora sconosciuto, fu studiato e prese quindi il nome di “Legionella”, dai legionari, e pneumophila in quanto “amica dei polmoni”. Si comprese poi che la fonte di contaminazione era da ricercare nel sistema di condizionamento della sala. Lo studio del microrganismo ha evidenziato almeno 50 specie di legionella con sviluppo di patologie a diversa virulenza.
In sostanza distinguiamo tra:
- la legionellosi vera e propria è una polmonite infettiva con caratteristiche cliniche che non permettano di distinguerla da altre forme di polmonite (spesso con conseguente ritardo nella diagnosi)
- la febbre Pontiac, una forma molto meno grave.
In entrambi i casi la terapia è antibiotica.
Ma dove troviamo la legionella?
La legionella è un batterio così detto “ubiquitario”.
Si trova comunemente in moltissimi ambienti naturali e non è quindi necessario essere in presenza di situazioni di degrado perché si sviluppi.
Questo vuol dire che non abbiamo dei parametri, che con un’evidente alterazione, ci possano indurre a sospettarne la presenza. Possiamo solo selezionare e monitorare gli ambienti nei quali, per caratteristiche chimico, fisiche e biologiche, la legionella può vivere e svilupparsi con maggiore facilità e su questi effettuare l’adeguata prevenzione. Le legionelle vivono in ambienti ad elevata umidità o in ambienti acquatici sia naturali che artificiali: acque sorgive, acque termali, fiumi, laghi, pozze, e così via. Da questi ambienti passano ai sistemi artificiali, come tubature di acquedotti, reti idriche degli edifici, serbatoi, e fontane. Possono svilupparsi anche nelle e piscine, nelle vasche idromassaggio ed in tutti i sistemi alimentati dall’acqua come i condizionatori o i soffioni delle docce. Legionelle sono state trovate persino nel velo d’umidità degli angoli delle finestre!
Il range di temperatura ottimale è tra i 20°C ed i 45°C, oltre i 60°C il batterio muore: dato fondamentale nelle attività di prevenzione.
Gli ambienti in cui legionella arriva e si moltiplica fungono quindi da serbatoi e da disseminatori del batterio. La legionellosi viene contratta per inalazione di aerosol contaminato dal batterio e quanto più piccole sono le gocce tanto maggiore è il rischio di inalazione. E’ evidente che dobbiamo stare attenti a tutte quelle situazioni che maggiormente portano alla formazione di areosol: condizionatori, vasche idromassaggio, docce ferme da tempo, e così via.
Ma qual è realmente il rischio che si corre?
Nel 2014, anno con il più alto tasso di casi in Europa, sono stati registrati 6941 eventi (circa 13 casi su 1 milione ). In generale Francia, Germania, Italia, Portogallo e Spagna registrano insieme il 74% dei casi europei. Possiamo affermare quindi che, nonostante la diffusione del batterio, la malattia umana è certamente rara. In ogni caso viene contratta con la copresenza di fattori predisponenti quali: età avanzata, malattie croniche, immunodeficienza e tabagismo.
E’ mortale?
Indicativamente nel 5% e il 10% dei casi (quindi al massimo per una persona su un milione) ed è strettamente correlata allo stati fisico del soggetto che contrae la malattia ed alla tempestività di diagnosi e profilassi.
E allora ci dobbiamo preoccupare? Dobbiamo fare prevenzione?
In generale è raccomandabile effettuare pulizia e manutenzione periodica dei potenziali serbatoi del microrganismo: condizionatori con formazione di condensa, piscine, vasche idromassaggio, docce quando soprattutto vengono riattivate dopo un periodo di inattività.
La manutenzione potrà essere effettuata da ditte specializzate, per esempio nel caso di piscine o vasche idromassaggio, ma potrà anche essere effettuata dall’utilizzatore con impiego di acqua molto calda (anche 70-80°C) da far scorrere a lungo nel caso di docce inattive, con l’accortezza di non respirare in prossimità della nube di aerosol che si forma durante la fuoriuscita dell’acqua.
Dove è possibile, oltre alla pulizia meccanica o allo schok termico, è raccomandabile la disinfezione chimica con prodotti a base di cloro al quale il batterio è estremamente sensibile.
In conclusione niente allarmismi e un po’ di buon senso nella gestione dei propri impianti.
Le indicazioni contenute in questo sito non devono in alcun modo sostituire il rapporto con il medico. E’ pertanto opportuno consultare il proprio medico curante e/o lo specialista.