Che sia in campagna o in città, nel periodo autunnale vediamo le foglie degli alberi cambiare colore e successivamente cadere. Questi due avvenimenti si compiono ogni anno, ma come si verificano?
Prima di tutto, partiamo dalla variazione del colore: le foglie sono generalmente verdi grazie ad un pigmento chiamato clorofilla. Oltre alla clorofilla, nelle foglie, sono presenti anche altri pigmenti che vengono, però, mascherati perché in minore quantità. Solo durante l’autunno, con la degradazione della clorofilla, questi pigmenti vengono fuori colorando diversamente le foglie. Possiamo avere, quindi, foglie: arancioni, grazie alla presenza dei carotenoidi; di colore rosso, per via degli antociani; oppure gialle per la presenza delle xantofille.
La foglia non più verde è una foglia non più vitale, e quindi pronta a cadere mediante un processo chiamato abscissione fogliare. L’abscissione fogliare è un passaggio biologico che si ripete ogni anno, nel quale la pianta è in grado di perdere petali, frutti o foglie quando questi non le sono più necessari.
La caduta fogliare avviene in una zona ben definita, chiamata zona di abscissione e che corrisponde alla zona tra il picciolo e il ramo della pianta. In quest’area si ha la cooperazione di due sostanze: l’etilene, un gas prodotto dagli organi che andranno a cadere; e l’auxina, un ormone che controlla le cellule formate nella zona di abscissione. Inizialmente, nella zona di abscissione è presente una grande quantità di auxina. La sua funzione è quella di ritardare la caduta fino a quando la sua concentrazione non comincia a diminuire, venendo così sostituita dall’etilene che velocizza l’abscissione fogliare. Finché l’auxina sarà presente, le foglie non cadranno o la caduta avverrà più lentamente.
Dopo il distacco fogliare, nella zona di abscissione si formano due strati: uno nella parte finale del ramo, chiamato strato protettivo; e l’altro, che divide il ramo dal picciolo, chiamato strato di separazione. Questi permetteranno alla pianta di proteggersi dall’attacco di eventuali patogeni fino alla primavera successiva, quando si formeranno nuove foglie.
Fonti:
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC6630578/
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC5306310/
https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/28261249/
http://www.italushortus.it/phocadownload/review/review_4/07.siragusa.pdf