Diciamolo subito: gli antibiotici non sono farmaci adatti a tutti i mali. Lo avrete letto e sentito dire tante volte, ma ne conoscete il motivo?
Sarò breve. Le infezioni a carico del nostro organismo possono essere causate da molti agenti patogeni, come virus, funghi e batteri: solo quelle di natura batterica sono sensibili all’azione dell’antibiotico. Non è finita qui. Non tutti gli antibiotici si equivalgono; infatti, così come ognuno di noi ha le sue peculiarità, anche i batteri sono molto diversi tra loro e per ognuno di essi c’è bisogno di una specifica classe di antibiotici. Sembrano concetti semplici, giusto? Tuttavia è frequentissimo riscontrare casi di persone che decidono in piena autonomia di curarsi con antibiotici acquistati a caso, o di altre che litigano con i medici quando questi ultimi non prescrivono l’antibiotico miracoloso di turno allo scoccare del primo starnuto di un banalissimo raffreddore.
I comportamenti sprovveduti, reiterati negli anni scorsi, hanno causato grossi problemi; infatti, usare un antibiotico inappropriato o addirittura inutile serve soltanto a rafforzare i batteri “cattivi”, che in tal modo diventeranno sempre più aggressivi. Tutto ciò si traduce tecnicamente nella definizione di “antibiotico-resistenza”.
Il mondo scientifico è molto preoccupato sul tema, benché se ne parli poco. Basta fare un veloce giro sul web e sarà possibile accedere a tantissimo materiale, tanto per farsi un’idea della portata del problema.
L’Italia è in vetta alle classifiche europee per percentuali di antibiotico-resistenza, con numeri particolarmente alti nelle regioni centrali. In Europa si contano circa 33 mila decessi all’anno per antibiotico-resistenza e, di questi, circa 10 mila vengono dal nostro Paese. Numeri abbastanza importanti, non credete?
Tra gli attori che contribuiscono ad alimentare il fenomeno abbiamo anche l’uso di antibiotici in medicina veterinaria, ancora una volta, molto spesso inappropriato. Addirittura, in passato, alcuni antimicrobici erano impiegati come additivi nei mangimi, al fine di promuovere la crescita degli animali da allevamento. L’impiego delle stesse classi di antibiotici nell’uomo e negli animali rende il problema ancor più complesso, l’antibiotico-resistenza viaggia, infatti, attraverso frutta, verdura e derivati animali lungo la catena alimentare.
Certo è che se ci muoviamo tutti insieme in un’unica direzione contro la lotta all’antibiotico-resistenza potremo sconfiggerla o, quantomeno, arginare i danni, distruggendo le ipotesi che prevedono 10 milioni di morti all’anno causate da batteri antibiotico-resistenti entro il 2050.
Cosa fare? Non richiedere e/o ricorrere in maniera autonoma (e inappropriata) all’uso degli antibiotici, ascoltare il parere medico, portare a tavola prodotti animali e vegetali di origine biologica sicura. Basta davvero poco, il piccolo impegno domestico di ciascuno può portare ad un grande risultato globale!
BIBLIOGRAFIA E SITOGRAFIA
- www.iss.it
- www.aifa.gov.it
- WHO (2016). Antimicrobial resistance in the food chain