La biochimica (termine coniato dal chimico tedesco Carl Neuber nel 1903) è quel ramo della biologia e della chimica che si occupa dello studio della composizione e delle reazioni nei viventi. Infatti, ogni organismo vivente è composto da numerosissimi atomi di elementi chimici diversi, che attraverso le reazioni chimiche si combinano portando alla formazione delle molecole e delle biomolecole, come gli acidi nucleici (ad esempio l’acido desossiribonucleico o DNA), le proteine (come le immunoglobuline o anticorpi), i carboidrati (per esempio il glicogeno) e i lipidi (come i fosfogliceridi). In questo contesto, è molto interessante il fatto che anche se queste quattro classi di molecole sono diverse tra loro e quindi svolgono funzioni uniche per le cellule e l’organismo, hanno comunque due caratteristiche molto importanti che le accomunano (questo perché quando qualcosa conferisce uno o più vantaggi evolutivi, tende ad essere selezionato positivamente e conservato dalla selezione naturale), la loro composizione chimica e la loro costruzione. Per quanto riguarda la prima caratteristica, queste quattro classi di molecole biologiche sono tutte prevalentemente composte da atomi di carbonio, idrogeno e ossigeno a cui possono anche aggiungersi atomi di azoto, fosforo e zolfo; mentre per quanto riguarda la seconda, la costruzione di queste biomolecole consiste in ripetute reazioni di condensazione di unità che nel caso degli acidi nucleici sono i nucleotidi, delle proteine gli amminoacidi, dei carboidrati i monosaccaridi e dei lipidi gli acidi grassi. Di queste molecole biologiche, quali possono essere definite “macro” in senso stretto? Ovvero, di queste biomolecole, quali possono essere costituite da un numero di atomi eccezionalmente elevato? Gli acidi nucleici, le proteine e i carboidrati. Quindi, sono molecole biologiche gli acidi nucleici, le proteine, i carboidrati e i lipidi; possono essere macromolecole biologiche gli acidi nucleici, le proteine e i carboidrati.
A questo punto, sorge spontaneo chiedersi a cosa possano servire queste biomolecole. Ebbene, a formare, far funzionare, differenziare, muovere, comunicare, interagire, replicare e difendere le cellule, in altre parole, a far sì che la vita, per come noi oggi la conosciamo, possa esistere, dagli organismi unicellulari a quelli pluricellulari.
Fonti:
Garrett R. H. and Grisham C. M. (2002). Principles of Biochemistry With a Human Focus. Brooks/Cole/Thomson Learning