Per lungo tempo le sostanze naturali ottenute da piante o alimenti sono state adoperate per prevenire e trattare numerose patologie sia nell’uomo che negli animali. Negli ultimi anni le innovazioni in campo farmacologico stanno diventando sempre più rare, mentre sta prendendo piede in maniera molto rapida il settore della nutraceutica. Questo termine fu coniato nel 1989 dal Dr. De Felice il quale unì il termine “nutrizione” con il termine “farmaceutica”.
La nutraceutica, quindi, indica la disciplina che studia quei componenti alimentari che esercitano un’azione protettiva e preventiva sulla salute.
L’infiammazione rappresenta una normale risposta del sistema immunitario che può essere causata da diversi fattori, come un trauma di tipo fisico, da agenti biologici, da prodotti chimici nocivi, da una reazione di ipersensibilità o da un processo neurogeno.
Il processo infiammatorio è caratterizzato dai classici segni e sintomi di rossore, calore, dolore, tumefazione e perdita di funzione.
I principali mediatori dell’infiammazione sono le amine (istamina e 5-idrossitriptamina), i lipidi (prostaglandine, leucotrieni e il fattore attivante le piastrine) ed i mediatori proteici (interleuchine e fattore di necrosi tumorale). Generalmente le reazioni infiammatorie acute si risolvono spontaneamente con meccanismi di feedback negativi, tra questi ricordiamo: la secrezione di citochine anti-infiammatorie, l’inibizione della cascata dei segnali pro-infiammatori, l’espressione di recettori per i mediatori dell’infiammazione e l’attivazione di cellule regolatorie.
L’infiammazione può essere fisiologica ma si rivela il più delle volte patologica ed in realtà, se da un lato rappresenta un meccanismo di difesa contro gli agenti patogeni, dall’altro, se diventa cronica, rappresenta un fattore scatenante numerose patologie cronico-degenerative.
Diversi studi hanno messo in evidenza l’azione preventiva dei nutraceutici su numerose patologie infiammatorie croniche, e la loro azione si esercita attraverso numerosi meccanismi che portano alla riduzione della produzione dei mediatori dell’infiammazione.
La dieta mediterranea, ricca di nutraceutici e alimenti funzionali, ha mostrato effetti anti-infiammatori rispetto alle diete nord-americane e nord-europee nella maggior parte degli studi osservazionali e rappresenta la dieta di scelta nella pratica clinica per diminuire l’infiammazione cronica.
Negli ultimi anni, numerosi studi hanno posto l’attenzione sulla barriera intestinale che se alterata porta a numerose patologie autoimmuni che vanno ad interessare il 5-10% della popolazione.
I 10 fito-nutraceutici ad azione anti-infiammatoria di cui vi parlo, esercitano la loro azione preventiva, giocando un ruolo fondamentale nei meccanismi d’azione che vedono coinvolti diversi pathways infiammatori.
- ARTIGLIO DEL DIAVOLO: i glicosidi iridoidi e i fenilpropanoidi, presenti nell’artiglio del diavolo, sono i principali responsabili dell’attività anti-infiammatoria e diversi studi ne hanno mostrato l’efficacia nel trattamento delle artriti.
- BOSWELLIA SERRATA: gli acidi boswellici hanno come target diversi mediatori dell’infiammazione ed è stato visto che l’assunzione di Boswellia serrata è utile sia per le malattie infiammatorie dell’intestino sia per le patologie artritiche.
- BROMELINA: estratto grezzo, acquoso, ottenuto dal gambo dell’ananas è utilizzata per l’infiammazione acuta, nel trattamento delle osteoartriti, dell’artrite reumatoide e nella traumatologia sportiva.
- CURCUMA: l’attività anti-infiammatoria della curcuma è emersa da numerosi studi, ed è risultato evidente l’effetto dei curcuminoidi sui livelli della proteina C reattiva (PCR), una proteina prodotta dal fegato e rilasciata in circolo in seguito ad infiammazione e alla sua associazione a farmaci antinfiammatori non steroidei.
- OLIO D’OLIVA: fonte di acidi grassi essenziali, gioca un ruolo fondamentale nella protezione delle funzioni endoteliali.
- UVA: il resveratrolo è la molecola contenuta in questo frutto che lo rende un alimento funzionale a tutti gli effetti e gli conferisce la sua funzione anti-infiammatoria.
- CILIEGIE: il succo di ciliegie ricco di antocianine, svolge una funzione antiossidante ed antinfiammatoria; uno studio clinico ha evidenziato che la somministrazione di succo di ciliegia dopo un’attività fisica intensa permette un recupero muscolare più rapido e minimizza l’infiammazione.
- FRUTTI DI BOSCO: la somministrazione di succo di fragola in soggetti in sovrappeso riduce l’infiammazione post-prandiale e la risposta insulinica. La supplementazione dietetica di mirtilli nel post-allenamento, aumenta i livelli di IL-10, un’interleuchina anti-infiammatoria prodotta dai monociti e dai linfociti T.
- ACIDI GRASSI OMEGA 3: diversi studi e meta-analisi hanno dimostrato che la supplementazione di omega-3 rappresenta un possibile trattamento aggiuntivo per l’artrite reumatoide, patologie infiammatorie intestinali, dismenorrea, sindrome premestruale e nella sindrome da risposta infiammatoria cronica.
- PROBIOTICI: alcuni probiotici hanno dimostrato di essere efficaci nelle patologie infiammatorie croniche come: colite ulcerosa, artrite reumatoide e dermatite atopica.
In conclusione possiamo dire che i nutraceutici rivestono un ruolo sempre più importante nell’andare a contrastare i processi infiammatori, senza dare effetti collaterali, rispetto ai farmaci tradizionali. La conoscenza in modo approfondito dei vari meccanismi d’azione e delle possibili potenzialità nelle cure di numerose patologie cronico-degenerative, permette ai nutraceutici di rivestire un ruolo importante nel trattamento della patologia stessa, da soli o in associazione con i farmaci.
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Molto interessante leggendo l’articolo ho compreso in maniera più specifica cosa si intende per “una corretta alimentazione ” aiuta a vivere meglio!! Grazie car