Forse perché ho scoperto da poco di soffrirne anche io, forse perché la tiroide mi ha sempre affascinato molto, fatto sta che quello delle patologie tiroidee è un argomento che mi sta molto a cuore.
In qualità di nutrizionista seguo un bel po’ di persone che ne sono affette e, purtroppo, devo constatare che nessuna di loro conosce bene la propria condizione.
Qualcuno è stato rassicurato dalle parole del medico di medicina generale o dell’endocrinologo e non ha sentito il desiderio di approfondire, qualcun altro prende passivamente delle compresse di cui, a volte, non ricorda neanche il nome. Molti non sanno neanche di aver diritto a delle esenzioni ticket.
Da queste osservazioni nasce l’esigenza di usare la mia “penna” per scrivere qualcosa che possa aiutare gli interessati ad acquistare consapevolezza in merito alla propria patologia. Non parlerò di alcuna scoperta eclatante e di nessuno studio in particolare. A cosa servirebbe se chi legge non conosce le basi? L’obiettivo è dare ai lettori informazioni pratiche, in termini davvero semplici.
Tra tutte le problematiche tiroidee, ci soffermeremo su quelle di origine autoimmune.
Cominciamo dal capire cosa sia una malattia autoimmune. Normalmente il sistema immunitario ci difende soltanto da ciò che è esterno al nostro corpo e rappresenta una minaccia per la salute; ogni tanto, a causa di una predisposizione genetica particolare prima, e fattori ambientali scatenanti poi, il sistema immunitario, può andare in tilt ed aggredire parti dell’organismo stesso a cui appartiene. Quando la vittima di questo black out immunitario è la tiroide, si scatena una tiroidite autoimmune. Così, la povera ghiandola si trova a dover fronteggiare un attacco massiccio di anticorpi, i proiettili che il sistema immunitario spara sul nemico, e fortemente provata da questa offensiva, la tiroide, comincia a funzionare male, troppo o poco (rispettivamente, parleremo di ipertiroidismo e ipotiroidismo). Esistono, infatti, due tipologie di tiroidite autoimmune:
- morbo di Graves-Basedow, che causa ipertiroidismo;
- tiroidite di Hashimoto, che causa ipotiroidismo;
la prima forma determina sintomi dovuti ad un’accelerazione dell’organismo, come agitazione, tremore, tachicardia, dimagrimento e esoftalmopatia (il caratteristico aspetto degli occhi strabuzzati). La seconda, al contrario, è caratterizzata da un rallentamento generale dei processi fisiologici, comportando, ad esempio, caduta dei capelli, rallentamento nella perdita di peso, stanchezza o bassa temperatura basale.
Se i sintomi del morbo di Graves-Basedow in genere direzionano i medici su indagini che consentono di arrivare velocemente alla diagnosi, la tiroidite di Hashimoto è un po’ più subdola, dal momento che prima di diventare evidente, può lavorare in silenzio per molti anni prima di venir fuori inequivocabilmente.
La diagnosi si ottiene attraverso specifiche indagini, nel sangue, che valutano la funzionalità tiroidea e la concentrazione di diverse classi di anticorpi, nonché attraverso esame ecografico. Quando necessario, si ricorre alla prescrizione di farmaci utili a sostenere le normali attività ghiandolari. Tuttavia, è chiaro a tutti che per contenere o prevenire una malattia non bisogna soltanto tamponare i sintomi, ma lavorare sulle cause scatenanti.
Ragioniamoci un attimo.
Qual è la causa della tiroidite? L’attacco sferzatole dal sistema immunitario attraverso gli anticorpi. Pertanto bisognerebbe abbattere la carica anticorpale con opportuni accorgimenti, anche di natura integrativa; ad esempio, il selenio ha una notevole efficacia in questo senso.
Scendendo ancor più a fondo nella lotta alle cause della malattia, troviamo il sistema immunitario in rivolta. Vi ho detto che l’origine di questa anomala ribellione immunitaria è dovuta in parte all’eredità genetica (e lì si può fare ben poco) ed in parte a fattori che la stimolano in maniera scorretta. Su questi ultimi è possibile lavorare, tanto e bene, modificando ambiente, abitudini di vita e… cibo! Ma di questo vi parlerò in un altro articolo…
BIBLIOGRAFIA E SITOGRAFIA
- http://www.societaitalianadiendocrinologia.it/public/pdf/TIROIDITE_DI_HASHIMOTO.pdf
- Corvilain B. et al. (2018). Treatment of adult Graves’ disease. Ann Endocrinol (Paris), 79, 618-635
- Köhrle J. (2015). Selenium and the thyroid. Curr Opin Endocrinol Diabetes Obes, 22, 392-401
Chiaro e semplice