FODMAP e benessere intestinale

dieta, FODMAP e benessere intestinale

Recenti ricerche sulla relazione tra alimentazione e disturbi gastrointestinali hanno mostrato che, alcuni tipi di carboidrati sono la causa più frequente della sintomatologia dell’intestino irritabile. Questi carboidrati sono presenti in un’ampia gamma di alimenti, che include gli zuccheri raffinati, gli amidi e le fibre legnose formati da decine o centinaia di unità ripetitive legate tra loro in modo estremamente complesso. Queste sostanze vengono identificate con l’acronimo FODMAP, formato dalle iniziali dei nomi inglesi (Fermentable Oligosaccharides Disaccharides Monosaccharides And Polyols, ovvero oligosaccaridi, disaccaridi, monosaccaridi e polioli fermentabili). I FODMAP sono in genere sostanze osmoticamente attive, che quindi richiamano acqua nel lume intestinale. Fanno parte di questo gruppo sostanze che si ritrovano facilmente negli alimenti che consumiamo quotidianamente, quali fruttosio, lattosio, polioli, fruttani e galattani. Vediamo in dettaglio di cosa stiamo parliando:

Il fruttosio è un monosaccaride, che ha la stessa formula del glucosio, ma diversa struttura chimica. È abbondante nella frutta e nel miele. Inoltre è ampiamente utilizzato nella produzione di cibo industriale, soprattutto bevande.

Il lattosio è un disaccaride che si trova nel latte. La sua digestione dipende da un enzima chiamato lattasi, che agisce a livello intestinale. Quando c’è un deficit di lattasi, il lattosio rimane nell’intestino e viene fermentato dai batteri con conseguente produzione di gas e diarrea. Il deficit di lattasi è una condizione molto comune in età adulta.

I polioli sono carboidrati usati spesso come dolcificanti in sostituzione allo zucchero. I più comuni sono maltitolo, sorbitolo e isomalto. Sono spesso aggiunti alle gomme da masticare perché non sono metabolizzati dai batteri della bocca e non favoriscono le carie. Se assunti in eccesso possono causare disturbi gastrointestinali, diarrea e flatulenza, in quanto i polioli vengono assorbiti per diffusione passiva con maggiore difficoltà rispetto al glucosio e al fruttosio. Non bisognerebbe assumerne più di  20-30 g/die.

I fruttani sono zuccheri a catena corta costituiti da molecole di fruttosio legate tra di loro con una molecola di glucosio al termine della catena. Si trovano in particolare in tutti i prodotti a base di grano e molto comuni come pane, pasta, cereali.

I galattani sono carboidrati di diverse dimensioni contenenti galattosio. Si trovano soprattutto nei legumi, quindi fagioli, lenticchie, ceci, piselli e soia.

Quello che accomuna i componenti di questo gruppo è la bassa capacità di assorbimento o digestione nell’intestino, e ciò provoca in soggetti sensibili sintomi quali dolore addominale, diarrea, flatulenza, gonfiore, costipazione, meteorismo e stanchezza, tutti sintomi spesso associati alla comune sindrome dell’intestino irritabile (IBS).

La dieta Low-FODMAP si basa sulla restrizione del consumo di elementi ricchi dei carboidrati indicati per un determinato periodo di tempo, per poi reintrodurli un po’ alla volta, eliminando del tutto quelli che creano i sintomi maggiori nel paziente. Questo dovrebbe determinare una diminuzione dei sintomi e un miglioramento dello stato di salute intestinale. Negli ultimi anni diversi studi hanno mostrato l’efficacia della dieta Low-FODMAP che risulta essere un valido strumento per risolvere disturbi gastrointestinali ricorrenti del quale non si conosce uno specifico fattore causale.

La dieta Low-FODMAP è stata impiegata con successo anche in patologie nelle quali è stata dimostrata disbiosi o sovracrescita del microbiota intestinale (SIBO). Studi osservazionali hanno dimostrato che pazienti affetti da malattia di Crohn e colite ulcerosa si sono giovati della dieta Low-FODMAP. Attualmente diverse autorevoli istituzioni, quali il NICE e la British Dietetic Association, consigliano la dieta Low-FODMAP, sotto controllo di un nutrizionista esperto, nella terapia dei pazienti affetti da IBS e che non rispondono a un primo intervento dietetico basato su consigli alimentari generali. Ogni piano terapeutico per i pazienti con IBS dovrebbe prevedere, come punto di partenza, un regime dietetico che, oltre a tenere conto delle buone norme alimentari generali, sia a basso contenuto di FODMAP.

Particolare attenzione va posta nel mantenere i valori nutrizionali e il contenuto in fibre e calcio. Molti pazienti con IBS, nell’intento di migliorare i sintomi, tentano da soli delle modifiche dietetiche e quando giungono all’osservazione del medico stanno già seguendo diete che però si rivelano sbilanciate con riduzione dei carboidrati e delle fibre ed eccesso di lipidi e proteine. Per questo è consigliabile prescrivere la dieta Low-FODMAP sotto controllo di personale esperto nella gestione dietetica. Per ottimizzare la risposta sintomatologica inoltre, prima di iniziare una dieta Low-FODMAP, è consigliabile valutare la dieta abituale del paziente tramite un diario alimentare, in modo da alterare il meno possibile le abitudini e le preferenze.

La dieta Low-FODMAP non va comunque considerata una dieta di esclusione. Va considerata invece come una dieta di sostituzione dei cibi ad alto contenuto, con quelli a basso contenuto di FODMAP.

References

Dietary poorly absorbed, short-chain carbohydrates increase delivery of water and fermentable substrates to the proximal colon (Barrett JS1Gearry RBMuir JGIrving PMRose RRosella OHaines MLShepherd SJGibson PR.)

Dieta Low-FODMAP. Di cosa parliamo? Solo per l’intestino irritabile? (Enrico Stefano Corazziari Senior Consultant, Istituto Clinico Humanitas. Rozzano). Rivista Società Italiana di Medicina Generale

Fructose malabsorption and intolerance: effects of fructose with and without simultaneous glucose ingestion (Latulippe ME1Skoog SM)

Evidence-based dietary management of functional gastrointestinal symptoms: The FODMAP approach (Peter R Gibson and Susan J Shepherd)

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