Chi sia Angel Keys e quale sia stato il suo contributo al folgorante successo della Dieta Mediterranea nel mondo è noto a tutti; tuttavia, la validità dei risultati del suo lunghissimo studio “Seven Countries” oggi sembra vacillare di fronte ad una rinnovata consapevolezza della valenza nutrizionale dei macronutrienti.
La Dieta Mediterranea proposta dal dottor Keys e dai suoi eredi scientifici, si è ispirata (e si ispira ancora) alle abitudini di vita dei contadini del Cilento ai tempi del dopoguerra: ritmi lenti e lavoro nei campi dall’alba al tramonto, il tutto scandito da pasti semplici, ottenuti con materie prime locali. I componenti principali dei loro piatti erano rappresentati tipicamente da: verdura, legumi, cereali integrali, frutta fresca e secca, una piccola e rara quantità di pesce, uova e formaggi, tutto condito con olio rigorosamente extravergine di oliva. La carne era considerata un lusso per pochi, tanto da essere consumata soltanto in occasioni speciali.
La propaganda di tali abitudini alimentari, partita negli anni ’60, è stata abbinata alla “Lipid Hypothesis”, un’opera di demonizzazione dei grassi alimentari in genere, portando in tal modo le linee guida a diventare abbastanza integraliste in merito. Ne scaturiva una distorta percezione delle buone abitudini alimentari quotidiane da parte della popolazione generale, che si sentiva autorizzata a consumare carboidrati in quantità, in ogni loro forma. Intanto, però, le farine andavano raffinandosi sempre di più e aumentavano in maniera preoccupante gli zuccheri portati in tutta serenità nei piatti dei sostenitori della rinomata Dieta Mediterranea.
Negli anni ’70 furono implementati i primi studi per dimostrare la pericolosità dello zucchero; si gettavano le basi per la “Sugar Hypothesis”, che addita i carboidrati semplici come uno dei fattori principali causa dell’incredibile aumento dell’obesità e del diabete di tipo 2 in Occidente negli ultimi decenni.
Oggi siamo ormai consapevoli del fatto che l’eccesso di carboidrati semplici e raffinati possa influenzare negativamente i livelli di trigliceridi e colesterolo LDL circolanti (e tutto ciò che ne consegue per la salute cardiometabolica), che, invece, possono essere controllati positivamente dal consumo di grassi insaturi, abbondanti in frutta secca, olio extravergine di oliva e pesce, tutti alimenti che sicuramente non mancavano sulle tavole di chi seguiva la vera Dieta Mediterranea: quei contadini che furono di illuminazione proprio per gli studi del dottor Keys!
BIBLIOGRAFIA
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