Sono state riconosciute diverse specie di lieviti appartenenti al genere Candida capaci di provocare infezioni nell’uomo note come candidosi. Tra queste, Candida albicans è sicuramente la specie più rappresentata. Colonizza normalmente le mucose del cavo orale, della vagina e dell’apparato gastrointestinale, comportandosi come un normale commensale, quindi del tutto innocuo.
In presenza di determinate condizioni quali squilibri dietetici (es. dieta ricca di zuccheri), comportamenti errati, uso protratto di antibiotici, alterazioni della normale flora batterica intestinale, immuno-compromissione o immunodeficienza dell’ospite, diabete di tipo 2 o malattie oncologiche, può però trasformarsi in un patogeno opportunista, ovvero approfitta della situazione per crescere in modo incontrollato.
Le infezioni da Candida riscontrate più di frequente nella popolazione sono quelle superficiali che interessano prevalentemente le mucose. Tra queste, molto comuni sono la candidosi del cavo orale, nota come mughetto, e la candidosi vaginale che interessa gran parte della popolazione femminile. Si stima infatti che circa il 75% delle donne in età fertile abbia sofferto almeno una volta nella vita di un episodio di candidosi vaginale mentre il 5-8% soffre di vulvovaginiti ricorrenti (almeno 4 episodi l’anno). Più rare sono invece le forme di candidosi profonde e disseminate che colpiscono per lo più i soggetti immuno-compromessi e possono interessare diversi distretti corporei dando luogo a quadri clinici molto gravi, talvolta fatali.
Può l’alimentazione aiutare a trattare e a prevenire le infezioni da Candida?
Sebbene in letteratura vi siano opinioni in parte contrastanti, in linea generale le indicazioni dietetiche in presenza di candidosi prevedono l’eliminazione di tutti quei cibi che favoriscono la crescita della candida. Tra questi vi sono in primo luogo quelli ricchi di zuccheri (es. zucchero, bevande zuccherate, dolci, farine bianche, frutta zuccherina, miele, frutta disidratata, ecc..), i prodotti contenenti lieviti (es. pizza, pane, biscotti, ecc…), le bevande alcoliche, i funghi, il latte e i formaggi stagionati o contenenti muffe, le carni grasse e i cibi ricchi di conservanti. Sono invece consigliati alimenti quali frutta e verdura di stagione (evitando però la frutta più zuccherina), cereali integrali, legumi, pesce e carni magre, uova biologiche, yogurt bianco non zuccherato, kefir e olio extravergine di oliva. Gli alimenti ricchi di fibre e quelli probiotici (es. yogurt, kefir) occupano un posto di rilievo per il loro effetto benefico sulla flora batterica intestinale.
Vi sono poi diversi composti con naturali proprietà antimicotiche verso i quali la comunità scientifica sta mostrando un crescente interesse. Tra questi citiamo gli acidi grassi contenuti nell’ olio di cocco, il cui potere antimicotico è stato valutato sia attraverso studi in vitro che in vivo (su modelli murini); l’allicina, una molecola di difesa dell’aglio che si sprigiona nel momento in cui lo spicchio d’aglio viene schiacciato o semplicemente masticato; la curcumina, il principio attivo della curcuma, spezia tipica della cucina orientale che negli ultimi anni è diventata molto popolare anche nei paesi occidentali, l’ aceto di mele e lo zenzero.
Le indicazioni contenute in questo sito non devono in alcun modo sostituire il rapporto con il medico. E’ pertanto opportuno consultare il proprio medico curante e/o lo specialista.
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