Il Diabete di tipo 2, insorge prevalentemente dopo i 40 anni, in soggetti con peso generalmente in eccesso e con uno stile di vita molto sedentario. Infatti la terapia migliore in questo caso risulta essere l’intervento sul proprio stile di vita, affrontando un cambiamento graduale e duraturo che interessi soprattutto la corretta alimentazione e lo svolgimento dell’ attività fisica [1]. Per una sana alimentazione è necessario inserire quotidianamente Fibra alimentare (almeno 30g/d), Vitamine e Sali minerali e ridurre al minimo l’introito di zuccheri semplici, carboidrati complessi raffinati e grassi saturi aumentando l’introito di acidi grassi mono e poli-insaturi quali omega6 e omega3 nel giusto rapporto (4:1, secondo i LARN) [2]. D’altro canto, svolgere attività fisica è altrettanto benefico per il miglioramento della sensibilità insulinica, la quale viene a mancare nei soggetti diabetici. Questo perché, in condizioni di riposo, nelle fibrocellule muscolari striate la maggior parte dei trasportatori del glucosio, si ritrovano all’interno del citosol, determinano un minore assorbimento del glucosio. Durante l’esercizio invece, la maggior parte dei trasportatori vengono trasferiti nella membrana plasmatica: con un globale incremento della captazione di glucosio all’interno della fibrocellula muscolare e successiva riduzione della glicemia. Inoltre l’esercizio fisico migliora il metabolismo energetico perché stimola il muscolo scheletrico a produrre un ormone: l’Irisina, responsabile del cosiddetto “browning”, ovvero la trasformazione dell’adipocita bianco in adipocita bruno. Il tessuto adiposo bruno, scarsamente presente nell’uomo (tipico dei bambini e degli animali che vanno in letargo) differisce fenotipicamente dal tessuto adiposo bianco per l’abbondante presenza di mitocondri (che conferiscono la colorazione brunastra al tessuto) e acqua. L’adipocita bianco infatti, ha prevalentemente la funzione di immagazzinare energia; mentre il tessuto adiposo bruno avendo molti mitocondri, è in grado di produrre calore e bruciare molto attivamente glucosio e trigliceridi, facilitando la perdita di peso e non solo, perché l’aumentato ingresso di glucosio nelle cellule, migliora la sensibilità insulinica. L’attivazione di questo processo è principalmente legata alla produzione del neurotrasmettitore Noradrenalina (mediante lo stimolazione del Sistema Nervoso Simpatico) rilasciata durante lo svolgimento dell’attività fisica [3] [4].
[1] Saltiel AR, Kahn CR. Insulin signaling and the regulation of glucose and lipid metabolism. Nature 2001;414:799-806. doi:10.1038/414799a.
[2] World Health Organization. Obesity: preventing and managing the global epidemic. Report on a WHO consulation on obesity, Genova 3-5 June1997. WHO/NUT/NCD/98,I.
[3] Identification and importance of brown adipose tissue in adult humans – N Engl J Med. 2009;360(15):1509-17. Disponibile su: www.scienzenews.it
[4] Bonet ML, et al. Pharmacological and nutritional agents promoting browning of white adipose tissue. Biochim Biophys Acta. 2013 May;1831(5):969-85. doi: 10.1016/j.bbalip.2012.12.002.