Sindrome da burnout: un “mostro” silenzioso da conoscere e sconfiggere

Burnout, Sindrome da burnout: un “mostro” silenzioso da conoscere e sconfiggere

La sindrome da burnout, è una condizione causata da stress cronico che conduce ad una vera e propria pericolosa depressione. Provoca, nei soggetti che ne soffrono, crisi di panico, ansia, apatia, stanchezza cronica, irascibilità e nei casi più gravi può portare sin anche al suicidio. Dobbiamo immaginare che il nostro organismo funziona come un orologio, il cosiddetto ritmo circadiano. Quando accumuliamo stress dopo stress, può accadere che le ”pile dell’orologio” si esauriscano. Prima ancora di intervenire con una soluzione facile, quale ne compro delle nuove, gli diamo una “scossa”, proviamo a “resettarle” e ricaricarle. Parimenti, in vista di uno stato depressivo del genere, la soluzione facile è l’uso di antidepressivi, che possono però, provocare dipendenza. Esiste un rimedio “naturale” (il riposo, alimentazione equilibrata e movimento), se, attenzione è nelle fasi iniziali.

Oggigiorno sappiamo che ogni nostra singola cellula ha il suo orologio interno, il suo ritmo circadiano, che è intimamente legato all’epigenetica, se non gli diamo del “tempo” per rilassarsi, se ogni tanto non gli diamo una “scossa” o non la “resettiamo”, la cellula prima o poi “impazzirà”. Questo è ciò che accade durante tale stato depressivo. Conoscendo i collegamenti molecolari e cellulari esistenti tra nutrizione, metabolismo e tale controllo epigenetico, nasce l’importanza di prendersene cura soprattutto attraverso lo stile di vita. Inoltre sapendo che, spesso, una delle cause della depressione, apatia e mancanza di forza, è riconducibile ad una carenza di nutrienti essenziali -quali i preziosi sali minerali, vitamine antiossidanti etc.- una alimentazione equilibrata, con i giusti macro e micronutrienti unita ad una buona attività fisica adattata alla persona e la meditazione sarebbe la scelta giusta. Purtroppo, la tecnologia moderna e lo stile di vita troppo dinamico, turni di lavoro strazianti, “junk food” in tutte le sue forme, stanno contribuendo sempre di più a “disturbare” il nostro equilibrio interno, alterando i nostri “ritmi molecolari”, conducendo a gravi alterazioni fisiologiche ed allo sviluppo di patologie di “nuova generazione”, come appunto tale sindrome.

Riporto qui di seguito alcune cause e / o conseguenze di questa grave depressione. Beh, può capitare che dopo diversi mesi, durante i quali, per un motivo o per un altro, ci si dimentichi di prendersi cura del nostro corpo, dunque non riposiamo, quasi per nulla, si lavora e non si pensa ad altro. Ad un certo punto si può perdere completamente il controllo di sé stessi e del proprio corpo. Può capitare di arrivare al punto di sentirsi “paralizzati”, o riuscire appena a fare pochi passi ed avere l’impressione di aver scalato una montagna. Ci si può sentire ovattati, senza forza. Il burnout, infatti, è tale “condizione”, uno stato d’animo, una risposta del nostro organismo dovuto ad uno stress cronico che altera completamente il nostro orologio interno. Lo stress cronico può essere paragonato ad una dipendenza, come una droga, allorché tu lavori fino a quando il tuo corpo diventa non più responsivo. La risposta facile e semplice, abbiamo visto, è l’uso di antidepressivi, ma tali potenti farmaci ci tolgono una “dipendenza” e ce ne portano un’altra.

La sindrome da burnout è molto sviluppata nel mondo del lavoro e purtroppo, spesso, sottovalutata. In modo particolare, tale esaurimento emotivo e fisico è riscontrabile maggiormente tra i ricercatori precari, a tempo pieno, le infermiere ed i medici, tra gli studenti ed insegnanti. In poche parole, tale mostro può presentarsi tra tutti i tipi di lavoratori, spesso derivato anche dai bassi livelli di realizzazione personale e / o da orari di lavoro massacranti, come quelli di un genitore / lavoratore. Se non presa e curata in tempo o se, anche se presa nelle fasi più avanzate, dove l’intervento farmacologico è ineludibile, bisogna sconfiggerla altrimenti conduce a diversi riscontri negativi.

In primis, visto che la maggior parte dei soggetti che ne soffre, lavora nel campo dell’healthcare, il lavoro ne risente negativamente, dunque a domino ne risente la diagnosi e terapia adeguata del paziente a causa di errori (derivati da uno stato confusionario che la sindrome apporta) ad esempio. Un tale risultato negativo, porta alla sottostima ancor di più del lavoratore e, dunque, alla progressione di tale patologia. Se non si pensa prima al benessere psicofisico del personale di quel dato settore, che sia ricerca accademica, produzione aziendale, volontariato, ospedali, libero professionista, genitori, scuole, etc., insomma in tutti i settori e campi di applicazione, medica e non medica, ne risente non solo la persona / lavoratore in prima persona, ma a domino, l’intera società.

Prevenire, dunque, tali “tunnel neri”, che ci fanno ammalare, attraverso un ottimo stile di vita, una sana alimentazione, “digiuno-terapia” (se possibile), qualità del sonno, che donano il giusto equilibrio al nostro orologio biologico, unico per ogni nostra singola cellula, attraverso anche e soprattutto l’attività fisica ed il “relax”. La sinergia di questi atti, ha il potere di riequilibrare anche e soprattutto il nostro secondo cervello, il nostro microbioma – produttore del 98 % della serotonina, il cosiddetto ormone della felicità- dunque, la nostra serenità, il nostro benessere e le nostre difese immunitarie.

Tale depressione, realmente è un mostro da “scoprire” e sconfiggere. Tutti ne possiamo soffrire silenziosamente, ecco l’importanza e l’accento sull’equilibrio tra mente e corpo. La sinergia di cure naturali con quelle artificiali ha sempre una marcia in più. Ma il primo antidoto è sempre ritrovare l’equilibrio naturale, resettando e riprogrammando quelle membrane cellulari – “cervello” intelligente delle nostre cellule – difettose. Trovare tale sinergia ed equilibrio è la chiave per poter prevenire, migliorare, trattare e curare molti dei disturbi cronici diffusi nella società odierna, come la sindrome da burnout appena descritta.

Riferimenti bibliografici

[1] Fuente, Guillermo A. et al., 2018. Prevalence of burnout syndrome in oncology nursing: A meta‐analytic study. Psycho‐Oncology 1099-1611.

[2] Pilorz, V., Helfrich-Förster, C. & Oster, H. Pflugers Arch – The role of the circadian clock system in physiology. Eur J Physiol (2018) 470: 227. https://doi.org/10.1007/s00424-017-2103-y

[3] Schibler, Ueli and Sassone-Corsi, Paolo. A Web of Circadian Pacemakers. Cell 2002.

 

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