Rilevati livelli illegali di arsenico in alimenti per neonati

Arsenico in alimenti per neonati, Rilevati livelli illegali di arsenico in alimenti per neonati

Un nuovo studio, pubblicato dall’Università del Queen’s, ha dimostrato che prodotti destinati all’alimentazione neonatale contengono livelli esagerati di arsenico, elemento tossico per l’uomo.
L’esposizione cronica ad arsenico inorganico può causare bio-accumulo ed innumerevoli problemi, tra cui irritazione dello stomaco e degli intestini, produzione ridotta di globuli rossi e bianchi, cambiamenti della pelle, irritazione dei polmoni, sviluppo di malattie cardiache e diabete. Si ipotizza, inoltre, che l’assorbimento di elevati livelli di arsenico possa intensificare le probabilità di sviluppo del cancro, soprattutto per quello della pelle, polmonare, del fegato e del sistema linfatico.
Il riso ha, in genere, dieci volte più arsenico inorganico rispetto ad altri alimenti; I prodotti a base di riso e il riso stesso sono ampiamente utilizzati durante lo svezzamento e per alimentare i più piccoli; Sono considerati, infatti, prodotti di prima scelta per l’elevata digeribilità, valore nutrizionale e per il rischio allergico relativamente basso che offrono.
La ricerca effettuata dimostra che, nonostante la regolamentazione dell’UE, risalente a Gennaio 2016, poco è cambiato; I bambini, soggetti inconsapevoli e vulnerabili agli effetti dannosi del metallo in questione, continuano ad essere esposti a livelli illegali di arsenico.
I ricercatori del Queen’s hanno anche confrontato i prodotti alimentari per l’infanzia contenenti riso, prima e dopo la legge, scoprendo che livelli più elevati di arsenico sono stati rinvenuti nei prodotti a partire dalla nuova regolamentazione. Quasi il 75% degli alimenti a base di riso commercializzati specificatamente per neonati e bambini, conteneva più del livello standard di arsenico previsto dalla normativa comunitaria.
In realtà un semplice processo di percolazione del riso potrebbe eliminare fino all’85% di arsenico, dunque esistono misure semplici per ridurre drasticamente le concentrazioni del metallo nelle derrate alimentari quindi perchè continuare a vendere prodotti alimentari per bambini con tali livelli nocivi del composto in questione, visti gli innumerevoli effetti tossici di cui è responsabile?

Dott.ssa Michela Zizza

Bibliografia
Queen’s University Belfast

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