Illuminismo, oscurantismo ed etica della scienza

Illuminismo, oscurantismo ed etica della scienza, Illuminismo, oscurantismo ed etica della scienza

Oggi più che mai, sembra che la scienza sia stata messa fortemente in discussione. Ci sono stati indubbiamente altri periodi di oscurantismo, ma le conoscenze attuali e la cultura media dovrebbero consentire a tutti, seppur con la giusta esigenza di approfondimenti, di discernere tra argomenti degni di speculazione scientifica e notizie palesemente fasulle. È sotto gli occhi di tutti il fatto che, rispetto alle informazioni validate e riportate negli studi scientifici accreditati, su buona parte degli attuali abitanti dei Paesi cosiddetti più evoluti, la teoria del complotto, l’ipotesi di tecnologie fantascientifiche prive di alcuna possibilità di applicazione e gli scenari catastrofici causati da una scienza malata esercitino un maggior fascino. Tale approccio, che sarebbe forse giustificato in chi non ha una preparazione scientifica o in chi, in generale, non ha acquisito un metodo di ragionamento logico, lo si ritrova anche in alcuni addetti ai lavori, che spesso purtroppo, al fine di dimostrare teorie prive di validazione distorcono o occultano dati scientifici validati.

È evidente che la storia dell’uomo è costellata di cicli di pensiero che si alternano e si rincorrono, ma alcune conquiste dovrebbero essere ormai inconfutabili. Il nuovo ciclo oscurantista ha certamente preso vita e si alimenta di un’indiscutibile spregiudicatezza della scienza più recente che spaventa e che, unito alla percezione del deterioramento del mondo che ci circonda, spinge molti a rintanarsi in una sorta di nuova spiritualità che coincide ostinatamente con la negazione dell’ovvio e l’infatuazione per teorie indimostrabili. L’evidente spregiudicatezza dell’attuale mondo scientifico deve indubbiamente essere oggetto di un maggior rigore nella valutazione delle nuove scoperte e necessita della riaffermazione di una scienza etica che ponga e si ponga dei limiti ben precisi. Quest’ultima considerazione, però, non deve prescindere da un ragionamento logico, obiettivo e lucido. Gli stessi denigratori della scienza sono poi spesso i medesimi soggetti che rifiutano l’idea che ci si possa ammalare per ragioni naturali, che si possa morire o che ci siano patologie davanti alle quali i vituperati scienziati non siano in grado di trovare una soluzione sicura, economica e facilmente attuabile. Sono anche questi personaggi, quelli che invocano a gran voce un ritorno alla natura ma che poi vogliono sfuggire alle più elementari regole della natura stessa, come ad esempio la salvaguardia della specie e non del singolo individuo. È necessario operare una scelta: la scienza “on demand” non è una strada percorribile. Questo atteggiamento è estremamente pericoloso in quanto rischia di affossare scoperte scientifiche utili e sostenibili, e di contro di sottovalutare reali problemi che, magari strumentalmente, potrebbero essere ingiustamente ridicolizzati in quanto accomunati ai più biechi complottismi.

È necessario un giusto equilibrio tra progresso ed eccesso. È necessario restituire all’ambiente un ruolo predominante nelle scelte e negli indirizzi per uno sviluppo sostenibile, ed è ancora più necessario restituire all’ecologia la dignità di scienza che deve essere trasversale e complementare a tutte le altre discipline.

Noi di Scienzintasca ci impegniamo a verificare l’origine dei dati, a pubblicare solo informazioni provenienti da fonti accreditate e lavoriamo in questo gruppo con rigore e senza pregiudizi, per restituire alla buona scienza l’autorevolezza che merita.

Dott.ssa Annalisa Gussoni

E’ nata a Milano il 29 agosto 1961. Dopo il diploma di liceo Classico ha conseguito la laurea in Scienze Biologiche presso l’Università degli Studi di Milano, il 14 ottobre 1986, riportando la votazione di 110/110. Ha superato, al termine del tirocinio obbligatorio (gennaio 1987- gennaio 1988), l’esame per l’abilitazione alla professione di biologo nel 1988. E’ iscritta all’Ordine Nazionale dei Biologi dal 1988. Ha svolto la libera professione come consulente ambientale a partire dal 1988 collaborando sia con aziende private che con enti pubblici. Nel frattempo ha lavorato per circa dodici anni, dal 2000 al 2011 presso il Settore Politiche Ambientali del Comune di Milano, prima come dirigente e poi come direttore, dove ha partecipato ai più importanti progetti in campo ambientale. Nel periodo di libera professione è stata responsabile per dieci anni di un laboratorio di microbiologia dove si è occupata sia di microbiologia ambientale che di microbiologia degli alimenti seguendo numerosi corsi di formazione ed aggiornamento. La passione per lo studio dei rapporti tra nutrizione ed ambiente ha portato, nel 2013, all’avvio dello studio professionale come biologa nutrizionista. Da allora ha seguito numerosi corsi di approfondimento, ha organizzato eventi per la promozione della Dieta Mediterranea (DM) ed ha collaborato, nel 2014, con lo Studio di Ginecologia del Dott. Franco Vicariotto sul tema dell’alimentazione in menopausa. La sua visione dell’importanza dei rapporti tra ecologia e nutrizione ha trovato pieno conforto con l’ultima revisione della piramide alimentare della DM in cui per la prima volta un lato della piramide è dedicato all’impatto ambientale. In generale ha ottime capacità di rapportarsi sia con i collaboratori che con i pazienti, nonché una spiccata attitudine a parlare e promuovere le proprie competenze in pubblico.

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