Secondo un nuovo studio, gli acidi grassi omega-3 a catena lunga, eicosapentaenoico (EPA) e docosaesaenoico (DHA), funzionano ma agiscono in modo diverso quando si affronta l’infiammazione cronica.
Il team di ricerca che ha condotto questo studio ha scoperto non solo che il DHA ha un effetto antinfiammatorio più forte dell’EPA, ma che riduce anche i livelli delle proteine infiammatorie, rispetto all’EPA.
Inoltre, come riportano i risultati pubblicati su un articolo della rivista scientifica Atherosclerosis, il team ha anche scoperto che l’EPA, invece, migliora l’equilibrio dei livelli tra proteine pro ed antinfiammatorie.
Spiega il ricercatore Jisun So: “Nel nostro corpo, c’è un equilibrio tra proteine proinfiammatorie ed antinfiammatorie, ed è stato scoperto che l’EPA è decisamente più efficace del DHA nel migliorare questo equilibrio”.
Ma il DHA ha un ruolo nella riduzione dei livelli di diverse proteine pro ed antinfiammatorie, come il fattore di necrosi tumorale (TNF-α), l’interleuchina 6 (IL-6), la proteina chemiotattica 1 dei monociti (MCP-1) e l’interleuchina 10 (IL-10); mentre l’EPA è migliore nell’equilibrare i rapporti TNF-α/IL-10 e MCP-1/IL-10.
Per la prevenzione delle malattie cardiovascolari, ricerche precedenti ci dicono, infatti, che l’equilibrio tra proteine pro ed antinfiammatorie è molto importante per il nostro organismo.
Alcuni studi indicano anche che il ruolo dell’EPA e del DHA, nel ridurre l’infiammazione, è particolarmente rilevante in condizioni mediche come, per esempio, l’obesità.
Si pensa che l’EPA e il DHA fungano da precursori da cui vengono prodotte le proteine antinfiammatorie, come le resolvine e le maresine.
Inoltre, è stato dimostrato che l’integrazione con EPA e DHA riduce significativamente i livelli di diverse molecole infiammatorie, come del TNF-α, della proteina C reattiva e dell’IL-6.
Ulteriori ricerche, pubblicate nel 2018, mostrano anche come alte dosi (supplemento di 1.5 g al giorno con EPA e 1.0 g al giorno con DHA) di omega-3 siano sufficienti nel ridurre i livelli plasmatici dell’IL-6 e dell’interleuchina 1B.
I dettagli dello studio
I ricercatori della Tufts University hanno condotto uno studio della durata di 34 settimane arruolando 9 uomini e 12 donne in postmenopausa di età compresa tra 50 e 75 anni con diagnosi di infiammazione cronica.
Adottando un approccio in doppio cieco, i 21 soggetti hanno ricevuto supplementi di EPA o DHA che includevano periodi senza supplementazione per creare una “tabula rasa” da cui misurare l’impatto di ciascun supplemento.
Durante la fase di supplementazione, i soggetti hanno assunto integratori contenenti solo olio di girasole ad alto contenuto di acido oleico, simile all’olio d’oliva, ma non contenevano acidi grassi omega-3 (questo è stato fatto per creare una base di confronto).
Insieme ai risultati che identificano il più forte effetto antinfiammatorio del DHA e la riduzione dei livelli delle proteine infiammatorie, il team ha anche scoperto che il DHA riduce l’espressione dei geni codificanti per quattro tipi di proteine proinfiammatorie, mentre l’EPA riduce l’espressione del gene codificante per un solo tipo di queste proteine.
Ulteriori risultati hanno rivelato, invece, che il DHA riduce la secrezione, da parte dei globuli bianchi, di tre tipi di proteine proinfiammatorie, mentre l’EPA riduce la secrezione di un solo tipo di queste proteine.
Stefania Lamon-Fava, della Tufts University, commenta: “La giuria si è pronunciata, per così dire, su come funzionano le due componenti principali dell’olio di pesce e se una potrebbe essere migliore dell’altra”.
Lamon-Fava aggiunge anche: “Il nostro studio ci fornisce un’istantanea di come l’EPA e il DHA possono agire per ridurre l’infiammazione cronica e di come ciascuno di essi abbia effetti diversi”.
Pertanto, questi risultati forniscono informazioni per ricerche future e per capire chi trarrebbe maggior beneficio dall’assunzione di questi grassi.
Anche l’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare si è espressa in merito al consumo dell’EPA e del DHA, asserendo che l’assunzione giornaliera supplementare di 5.0 g di EPA e DHA combinati, fino a 1.8 g al giorno di EPA da solo e 1.0 g al giorno di DHA da solo, non solleva alcun problema di sicurezza negli adulti.
FONTI:
So J. et al. (2020). EPA and DHA differentially modulate monocyte inflammatory response in subjects with chronic inflammation in part via plasma specialized pro-resolving lipid mediators: a randomized, double-blind, crossover study. Atherosclerosis, 316, 90-98
Dott. Atanasio De Meo
Farmacista
Dottore in Scienze e Tecnologie del Fitness e dei Prodotti della Salute
Diploma di Master in Nutrizione Clinica
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